Sono ore frenetiche per il calciomercato della Roma. Vicino l’arrivo di Lucho Gonzales dal Marsiglia e probabile un tentativo per Riccardo Montolivo in scadenza con la Fiorentina. Il ds della Roma, Walter Sabatini, sta cercando di risolvere alcune “grane” ereditate dalla vecchia gestione Sensi-Pradè. Persi Mexes, Menez, Riise (per questioni contrattuali), e Vucinic (per antiche promesse), il ds giallorosso vorrebbe evitare di lasciarsi scappare anche Daniele De Rossi, in scadenza di contratto il prossimo anno e ambito da diverse società italiane ed europee. A differenza dei giocatori sopra citati, De Rossi non è uno qualunque: è il simbolo della Roma che verrà, rappresenta nel cuore dei tifosi la continuità del dopo-Totti. Per questo motivo si è guadagnato sul campo l’appellativo di Capitan Futuro. Anche la Roma americana sa bene quanto vale De Rossi per Roma e la Roma e non vuole perderlo per nessun motivo. Da ormai un mese Walter Sabatini sta trattando con l’agente del giocatore: E la trattativa durerà parecchio. Ma il ds questo l’ha già messo in conto, ed è disposto a rischiare di perdere tra un anno De Rossi a parametro zero. Di certo non vuol passare alla storia come colui che ha svenduto un patrimonio della città, ed è seriamente convinto, soprattutto dopo aver conosciuto un po’ più a fondo il ragazzo, dell’importanza vitale che ha un giocatore e un uomo così per la realizzazione del progetto-Roma di Thomas Dibenedetto. Nonostante le voci di questa mattina, la situazione è molto complessa. De Rossi vive due livelli di problemi personali, uno che riguarda più da vicino Roma, l’altro che attiene alla sfera degli affetti personali. Riguardo al primo problema possiamo dire che De Rossi soffre l’ambiente romanista nel quale pure è cresciuto, da cui è stato più volte coccolato, ma che nell’ultimo anno e mezzo lo ha visto più di una volta al centro di polemiche, forse per le prestazioni non troppo brillanti. Daniele si è sentito messo in discussione, offeso, in un momento di travaglio personale in cui aveva bisogno di affetto e comprensione. Gli è stato vicino lo spogliatoio, i suoi compagni, capitan Totti. Ma a lui questo non è bastato, vuole l’abbraccio dei suoi tifosi, deila sua Curva: Sabatini da subito ha capito il problema e ha cercato di intervenire per evitare che la situazione degenerasse, come nel caso di Vucinic (ma in tal caso le responsabilità sono della gestione Sensi).  Lo ha capito anche Luis Enrique che insieme al suo staff sta facendo sentire De Rossi importante, al centro del progetto: Il giocatore ha recepito il messaggio e sta al gioco. Nonostante la partenza per lui dolorosa di Vucinic (suo grande amico) ha intuito che la Roma sta provando a svoltare, a cambiare faccia e filosofia, e lui vuole essere il protagonista del nuovo corso.



Ma c’è un altro problema, il secondo appunto, ben più importante. Riguarda la sfera famigliare che toccheremo solo di striscio per rispettare l’uomo De Rossi. Dopo la separazione dalla moglie e altre vicissitudini famigliari, De Rossi ha vissuto un periodo difficile, soprattutto nel rapporto con la figlia, a cui ovviamente è legatissimo. Il rapporto con la piccola è il primo vero legame profondo che lo lega a Roma e alla Roma. Andare via, in un’altra città, o all’estero, vorrebbe dire non stare vicino alla figlia, non seguirne la crescita. Per questo motivo non ha voluto prendere in considerazione altre soluzioni, nemmeno l’offerta faraonica del City da 9 milioni l’anno. Lo ha detto a Baldini e Sabatini, ora tocca a loro cercare di andargli incontro, di premiare la fedeltà del giocatore. De Rossi chiede inizialmente almeno 4,5 milioni netti all’anno per poi arrivare a 5,5 milioni, l’ingaggio attuale di Totti. Nel primo colloquio col suo agente il ds della Roma ne avrebbe offerti 3,5 che con i famosi bonus arriverebbero a 4mln.



I nuovi proprietari, James pallotta in testa, vogliono tenerlo a tutti i costi: la loro strategia di sviluppo prevede una crescita del fatturato grazie ad una forte azione di marketing e sanno bene che De Rossi, oltre ad essere giocatore fortissimo e idolo dei tifosi, rappresenta una grande opportunità di guadagno. Per un centrocampista che resta potrebbe essercene uno che se ne va. Si tratta di…

 

David Pizarro che incomincia a mugugnare: il cileno non si sente al centro del progetto, Luis Enrique gli ha tolto le chiavi del centrocampo spostandolo nella posizione di interno di centrocampo. Il nuovo mister non vuole più di due tocchi del pallone, vuole una manovra veloce, senza verticalizzazioni e questo a Pizarro non piace: lui è abituato a trattare il pallone, a tenerlo tra i piedi, a impostare la manovra. Il suo malessere potrebbe spingere i dirigenti della Roma a venderlo puntando magari ad uno scambio con Montolivo. Per ora è solo una nostra “idea” che stiamo provando a verificare.