Il ritorno di Simon Kjaer. Il difensore danese può di nuovo riassaporare l’atmosfera della serie A grazie alla chiamata della Roma. Ai tempi di Palermo era considerato un talento sicuro. L’esperienza al Wolfsburg, invece, ne ha un po’ frenato la crescita. E’ lo stesso giocatore, protagonista dell’odierna conferenza stampa a Trigoria, a spiegarne il perché. A suo avviso, l’avventura tedesca non è andata benissimo, né per lui né per la sua ex-squadra. “In Germania si dice che giochiamo correndo avanti e vedendo che succede” ha spiegato, non senza ironia. Lì, in pratica, è tutto un susseguirsi di duelli individuali, laddove in Italia si privilegia, al contrario, il gioco di squadra e la coralità. Meglio il nostro calcio, secondo Kjaer, e non sembra una semplice sviolinata. Appena si è presentata l’occasione di tornare in Italia, il danese ha fatto le valigie ed è partito subito, anche perché sedotto dal nuovo progetto romanista. Un progetto ambizioso, fondato sui giovani e su un nuovo modo di fare calcio. Nuovo, almeno, a queste latitudini. Di Luis Enrique, ha detto, gli piacciono moltissime cose. Ad esempio, il fatto che il mister voglia “che anche in difesa si tenga la palla”. Per i difensori è un compito più duro ma sicuramente più affascinante. Non si dovrà “soltanto difendere”, ma anche “essere attivo nella fase offensiva e propositiva”. Il centrale dovrà giocare molto di anticipo, cosa che sarà facilitata dalla continua “pressione sulla palla”. Per Kjaer, insomma, quella targata Luis Enrique si presenta come una sfida assai intrigante: “Sono tornato qui per un grande progetto”. Farsi largo non sarà facile. I titolari designati, almeno sulla carta, dovrebbero essere Juan e Burdisso ma lui farà di tutto per togliere il posto ad uno dei due senatori. La meritocrazia promossa da Luis Enrique farà, poi, il resto. L’obiettivo, a suo giudizio, è ben delineato: andare in Europa. Le avversarie saranno Milan, Inter e Juventus ma questa Roma, dice Kjaer, ha tutto per arrivare al top. “Dopo 5-10 partite potremo vedere come va e valutare la nostra reale forza”. Il faro sarà sempre lui, Francesco Totti. L’ex-rosanero preferisce non esprimersi sulle polemiche estive nate attorno al capitano. Per lui Totti “deve giocare sempre, perché apre spazi agli altri giocatori”.
Sulle sue qualità non può esserci alcun dubbio, è uno che “fa sempre la differenza”. Sarà ancora la Roma di Totti, quindi. E magari, perché no, anche di Kjaer.