Momento delicato in casa romanista, nonostante l’ultima vittoria con l’Atalanta abbia ossigenato la classifica. La pausa del campionato ha dato spazio al dibattito-polemica attorno a Daniele De Rossi, escluso nell’ultima giornata assieme ad Osvaldo. Una normale -per quanto “pesante”, anche economicamente- scelta tecnica è diventata un tormentone, ed ora sembra che De Rossi sia ai ferri corti con Zeman e che possa tornare sul mercato (stuzzicato in merito Ancelotti non ha detto di no). In ogni caso gli argomenti non mancano in casa Roma, anche quelli più prettamente tecnici. Dopo sette giornate i giallorossi hanno undici punti (gli stessi di Fiorentina e Catania, rispettivamente realtà più chiacchiarata e silenziosa dal terzo posto in giù) e sono in zona Europa League. Un risultato accettabile ma appannato da qualche incertezza sul piano del gioco oltre che giudiziaria, per così dire (i tre punti col Cagliari sono maturati a tavolino). La Roma ha alternato sprazzi di gioco zemaniano, veloce e divertente, ad altri più faticosi, in cui non sempre l’idea è supportata da tenuta atletica e concentrazione mentale. Mister Delio Rossi, cui ilsussidiario.net ha chiesto in esclusiva un parere a riguardo, è convinto del progetto degli ex cugini: “Non dobbiamo dimenticarci che la strada migliore è sempre quella del gioco, e la Roma ci sta provando. Per assimilare questo tipo in particolare è chiaro che i giocatori devono avere una condizione fisica che gli permetta di sorreggerlo. Il problema per adesso è che i ragazzi non hanno ancora metabolizzato del tutto lo sforzo, a livello fisico e di distanza tra gli uomini. Vanno ancora a momenti sotto questo punto di vista: fanno bene il primo tempo, o sprazzi di gara più ridotti, poi ogni tanto si registrano delle defaiance. In questo tipo di gioco ci vuole una certa condizione per mantenere sempre le distanze giuste tra i giocatori“. Effettivamente la Roma riesce ad esaltarsi attaccando determinate porzioni di campo con più elementi, cosa che però genera dei vuoti in altre zone che possono risultare fatali. In questo senso si capisce l’importanza di un giocatore come De Rossi, in grado di garantire sagacia tecnica e senso tattico. Sull’esclusione del numero 16 Delio Rossi ha commentato: “Si è fatta troppa confusione. Noi non possiamo parlare di cose che non conosciamo fino in fondo: non sappiamo come si è allenato De Rossi, nè se ci sono dei pregressi. Quello che è successo lo sanno solo i diretti interessati. Fermo restando che…
…l’allenatore è libero di fare le sue scelte ed è responsabile di quello che fa“. Sempre a proposito di De Rossi, Delio Rossi ha parlato del dilemma tattico che lo vede protagonista: regista o interno? La parola al mister: “Mi fido delle valutazioni di Zeman. Detto ciò, è vero che nella Roma il regista lo faceva Pizarro, con De Rossi a giocargli di fianco. Così succede anche in nazionale dove lui gioca di fianco a Pirlo. Nella Roma può essere diverso, perchè il regista, con tutto il rispetto, il regista lo fa Tachtsidis: in questo caso De Rossi potrebbe anche farlo lui“.
(Carlo Necchi)