Sembra che l’attesa dei tifosi della Roma di vedere in azione Dodò stia per finire. Josè Rodolfo Pires Ribeiro, uno degli acquisti più cari a Walter Sabatini, dovrebbe tornare in campo dopo quasi un anno di inattività, nel prossimo match di campionato in casa del Genoa. Finalmente i cuori giallorossi inizieranno a farsi un’idea di questo giovane terzino brasiliano, fortemente voluto dal direttore sportivo ed elogiato da diversi addetti ai lavori. Dodò è arrivato a parametro zero dal Corinthians, società da cui la Roma ha attinto a piene mani per rifarsi il trucco difensivo: oltre al mancino classe 1992 sono arrivati anche i centrali Leandro Castan e Marquinhos. Nelle idee primordiali di Zeman Dodò era il terzino sinistro titolare, in una retroguardia che vedrebbe Balzaretti spostarsi a destra scaricando qualche pressione dal povero Piris, che avrebbe modo di “studiare” con più calma il suo spartito. Per saperne di più sul ragazzo brasiliano ilsussidiario.net si è rivolto in esclusiva a Stefano Borghi, stimato giornalista di SportItalia grande esperto di calcio sudamericano. Ecco le sue impressioni su Dodò:
Molta attesa per vedere all’opera Dodò: può essere un valore aggiunto? Da tanto tempo non fa una partita, ed è un giocatore molto giovane. Anche consapevoli dei mezzi che ha dimostrato di avere, non si può non definirlo una scommessa.
Da come se ne parla sembrerebbe tagliato su misura per Zeman: è vero? Sì, in fase di spinta. Però la retroguardia della Roma ha registrato degli scompensi, nella fase difensiva. Dodò non porta solidità, piuttosto aggiunge capacità di attacco. Però la società crede in lui e questo è un segno. Prima o poi va lanciato, e adesso, dopo la pausa per la nazionali, potrebbe essere il momento giusto, però attenzione.
A cosa? Non vorrei che gli si riversino sopra troppe pressioni. Ci sono ancora tanti punti di domanda per Dodò, che ha del valore e questo è indiscutibile. Però sin qui ha avuto una carriera un pò strozzata dall’infortunio: non può fornire delle garanzie immediate.
In Brasile giocava da terzino o da ala sinistra? Da terzino, ma come sappiamo i laterali brasiliani hanno una concezione molto diversa da quelli europei. In Brasile li chiamano laterali, perchè coprono tutta la fascia, mentre il terzo difensore spesso diventa il mediano che si abbassa in copertura. Dodò giocava terzino in una difesa a quattro, però nell’accezione carioca del ruolo: gente che spinge e che ha sempre qualcuno dietro, a coprirgli le spalle.
Nella Roma ci penserà il buon Leandro Castan…
Non ci si può lamentare di Castan, nè pretendere di più per adesso. E’ indiscutibilmente un buon difensore: quando è arrivato sentivo dire che era lento o altro, ma non sono d’accordo. E’ un elemento di gerarchia, pur non essendo Thiago Silva: sin qui ha fatto bene.
Si dice che la Roma abbia sottratto Dodò a una buona concorrenza… So per certo che il Manchester United lo aveva visionato ai tempi, così come tante altre squadre. Nel periodo in cui Dodò è esploso Ferguson cercava terzini in Brasile, tanto è vero che poi ha preso i gemelli da Silva. Il Manchester cercava questo tipo di laterale aggressivo, anche se poi hanno spostato un pò il tiro.
Alla fine Dodò è finito a Roma… Era un pò sparito dai radar dopo l’infortunio, la Roma è stata la squadra che ci ha scommesso più concretamente, e infatti poi l’ha portato a casa.
(Carlo Necchi)