, ore 15: allo stadio Olimpico si gioca il derby di Roma, che oppone la Lazio di Petkovic, “padrona di casa” per il calendario, e la Roma di Zdenek Zeman. Solo due punti separano le squadre in classifica, 19 la Lazio e 17 la Roma, che in caso di vittoria scavalcherebbe i cugini per la prima volta. La partita cela temi tattici interessanti: si affronteranno due squadre dalle attitudini differenti. La Lazio è pressapoco la stessa squadra dell’anno scorso, avendo cambiato molto poco nel mercato estivo. Petkovic ci sta abituando ad una squadra solida e molto compatta, che ha nei gol di Miro Klose e nel lavoro dei centrocampisti le sue armi principali. Diversa la Roma, che Zeman sta riassemblando secondo il proprio immortale credo calcistico, aggressivo e sbottonato. Dopo settimane travagliate i giallorossi hanno ritrovato un minimo di tranquillità, grazie alla vittoria per 4-1 ai danni del Palermo nell’ultima giornata. La Lazio invece ha perso male a Catania, ma si è risollevata in Europa schiantando il Panathinaikos. E’ difficile stabilire chi sia favorita tra Lazio e Roma per il prossimo derby: per un’analisi prepartita ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Amedeo Carboni, storico terzino sinistro della Roma e dirigente sportivo, attualmente opinionista per Sport Mediaset. Ecco le sue impressioni:
Carboni, c’è un derby tra quelli che ha giocato che ricorda con particolare emozione? I ricordi sono sempre legati al risultato. Il derby più bello fu forse quello che vincemmo 3-0 con Mazzone, in un’epoca in cui la Lazio era grandissima (1994-1995, gol di Balbo, Cappioli e Fonseca, ndr). Poi ho anche un ricordo peggiore.
Quale? Quello di un derby in cui m’infortunai, che poi pareggiammo 1-1, nel novembre 1992, quando alla Lazio c’era Gascoigne. Io m’infortunai dopo pochi minuti rompendomi un crociato: è decisamente un brutto ricordo.
Nei suoi derby c’è stato un laziale che le incuteva più timore, o che sperava di non affrontare? No, anzi. Generalmente speravo di giocare quelle partite non solo con la nostra miglior formazione, ma anche con l’avversario al meglio. La sfida sta lì: affrontare e battere i cugini nelle migliori condizioni, così c’è più gusto a vincere.
Venendo a domenica: crede che Balzaretti, che ora occupa il ruolo che fu suo, potrebbe essere un’arma importante contro un giocatore più diligente come Konko? E’ difficile dire prima cosa potrebbe decidere una partita, specie una come questa. In un derby il fattore psicologico è fondamentale: è probabile che le squadre partiranno contratte. E’ chiaro che chi fa movimento continuo e sovrapposizioni crea più difficoltà all’avversario. Però i difensori della Lazio non sono sprovvisti, tutt’altro.
Come valuta i progressi di Tachtsidis nel ruolo di regista? Se la caverà contro quel volpone di Ledesma? Una cosa è certa: sicuramente il greco soddisfa l’allenatore, perché gioca sempre, e questo è un punto a suo favore. Evidentemente Tachtsidis ha i requisiti per rispondere alle richieste di Zeman in quella posizione: la sua titolarità è la miglior risposta che si può dare, più di ogni parere.
La Roma calcistica sta vivendo l’avvento di due nuovi timonieri, Vladimir Petkovic e Zdenek Zeman: trova dei punti in comune tra i due? Non conosco Petkovic, se non da qualche intervista e dalle partite che ho visto quest’anno. Zeman è un allenatore particolarissimo, come ce ne sono pochi, però anche Petkovic, nel suo genere, è un tecnico che sta sorprendendo. Era quasi uno sconosciuto in Italia, ma ha dimostrato di saper dare un’impronta alla Lazio, non è poco.
Se fosse un dirigente, e dovesse sceglierne uno per il derby di domenica: Lamela o Hernanes?
(Ride, ndr). Da ex romanista direi Lamela, senza dubbio, però riconosco che Hernanes è un signor centrocampista. Diciamo che prevale il fatto di essere un ex giallorosso, perciò dico Lamela.
Pur con le novità che Zeman sta provando, sembra talvolta che la Roma dipenda ancora troppo dalla verve e gli sforzi di Totti: è d’accordo? No, non credo. Certamente Totti è ancora in grado di far fare il salto di qualità alla squadra, però il gioco di Zeman dovrebbe ampliare le possibilità dei giocatori, soprattutto quelli d’attacco. Non è la Roma che dipende da Totti ma il contrario, nel senso che anche lui si esprime meglio quando la squadra lo accompagna.
Se la sente di fare un pronostico, o comunque di indicare una favorita tra Lazio e Roma? Un pronostico è impossibile. Però io ricordo che di solito chi arrivava meglio al derby non dico perdeva, ma aveva più difficoltà. Bisogna capire chi arriva meglio, ma non è facile da dire. Diciamo che sia Roma che Lazio hanno qualche difficoltà in questo momento, ma è impossibile pronosticare cosa succederà in campo.
(Carlo Necchi)