Sono arrivate le feste natalizie in casa Roma, e la soscietà ha potuto staccare la testa dal campionato senza troppi assilli dovuti alla classifica. Sembrava che la sconfitta subita a Verona contro il Chievo avesse riaperto vecchie ferite e problemi di formazione, ma si era trattato di una partita troppo strana per essere una vera cartina di tornasole: nebbione da non vedere niente, fuorigioco sospetti, un gol forse irregolare, due rigori non concessi. Pure, era stata la prima occasione stagionale nella quale la Roma non era riuscita a segnare. Tutto risolto la domenica seguente: tre gol al Milan nel primo tempo, il quarto nella ripresa, e pazienza per quel tentativo di rimonta rossonera giunto solo a metà. I giallorossi entreranno nel 2013 con il sesto posto al sicuro, in attesa di scoprire se possano puntare alla zona Champions League o se per adesso si dovranno accontentare di qualcosa meno. Una discriminante sarà anche la finestra di riparazione del prossimo gennaio: anche dalle mosse del direttore sportivo Walter Sabatini si capiranno le reali ambizioni della Roma, premesso che in inverno è sempre difficile piazzare il colpo decisivo e definitivo. I giallorossi dovranno lavorare anche e soprattutto in uscita: quando la stagione entra nel vivo è giusto avere a disposizione una rosa di giocatori affidabili al 100%, che siano funzionali al progetto e diano l’anima quando chiamati in causa. In un semplice concetto, nessun esubero che possa portare a mugugni di spogliatoio che sarebbero controproducenti. Zeman ha avuto tutto il tempo di osservare, valutare e testare: in diciotto partite di campionato si sono viste diverse versioni della Roma, alcune che prevedevano Tachtsidis in cabina di regia, altre con Bradley; Pjanic non era considerato, poi si è preso di forza il posto, giocando sulla linea degli attaccanti o da interno di centrocampo; Osvaldo e Destro si sono alternati come punte centrali. Ci sono ancora lavori in corso a Trigoria e non potrebbe essere altrimenti (anche la Juventus campione d’Italia, quella che adesso sembra una squadra fatta e finita, ha avuto bisogno di scosse di assestamento); il reparto dove in particolare bisognerà prendere le decisioni più importanti è la difesa. Da sempre tallone d’Achille di Zeman, la retroguardia di oggi appare decisamente più solida di alcune versioni boeme viste in giro per l’Italia; la sensazione è che l’allenatore abbia trovato il bandolo della matassa sdoganando la coppia di centrali brasiliana Marquinhos-Leandro Castan. Il primo, già baluardo arretrato del Corinthians campione del Sudamerica, si è confermato come un ottimo difensore, senso della posizione e uscite palla al piede, anticipi spesso solo con movimenti del corpo. Marquinhos a 18 anni sta stupendo tutta Italia per la sua rapidità, la capacità di recuperare la sua mattonella e di togliere palla all’avversario. Due certezze, che però sono incappate – una giornata dietro l’altra – nella mano del Giudice Sportivo. Contro il Milan Zeman ha dovuto tirar fuori dalla naftalina Nicolas Burdisso. Risposta dell’argentino? Primo calcio d’angolo, colpo di testa, gol e corsa sotto la tribuna. Così, il giocatore che sembrava destinato alla partenza immediata (per lui si era parlato di Milan, ma anche di Juventus) adesso ha rimesso un piede e mezzo dentro Trigoria, perchè la prossima partita si va a Napoli, Marquinhos è squalificato e allora Nicolas deve nuovamente tornare in campo, e chissà che non lasci il segno anche al San Paolo. E poi, la Roma in questo momento non ha alternative: certo c’è il giovanissimo Alessio Romagnoli, ma anche un cultore della linea verde come Zeman pare essere convinto che il centrale promosso dalla Primavera sia ancora troppo acerbo per essere il primo sostituto dei titolari (non fa testo, comunque, lo spezzone di domenica: la squadra era in 10 ed entrare in corsa per un diciassettenne è sempre complicato). L’alternativa si chiama Daniele De Rossi:  



Proprio lui, che giorni fa ha chiuso le porte in faccia alle polemiche e alle illazioni sul suo futuro, in Nazionale ha giocato da difensore centrale e potrebbe rifarlo in giallorosso. Allora però si trattava di una difesa a tre: la linea a 4 richiede automatismi diversi, Capitan Futuro certo ha intelligenza tattica a dismisura per disimpegnarsi da centrale arretrato ma sarebbe comunque una soluzione temporanea. Insomma: se qualcuno incappa in un infortunio, la coperta sarebbe corta. Ecco perchè, dopotutto, Burdisso potrebbe anche restare. Le panchine non gli saranno certo piaciute, ma lui ha sempre lavorato in silenzio e quando c’è stato bisogno ha risposto con professionalità: il gol dell’ultima giornata sembra un po’ il simbolo della sua rivincita. Zeman lo sa: i giovani hanno bisogno di senatori che indichino il cammino. Se può farlo (e lo sta facendo splendidamente) Totti per gli attaccanti e la squadra tutta, perchè non il centrale argentino? A meno che Sabatini non abbia già in mente qualche nuovo giocatore da portare a Roma; ma non pensiamo sinceramente che Matheus Bressan sia in questo momento più affidabile di Burdisso. Tutt’al più, il giovane brasiliano della Juventute può tornare utile come ulteriore riserva, giusto per allungare le rotazioni e far stare più tranquillo il boemo, che ha sempre detto di volere due soluzioni per ruolo. Chi partirà invece da Trigoria? Un nome su tutti, ormai un segreto di Pulcinella: Stekelenburg non ha la minima intenzione di fare il cambio di Goicoechea o Cassio Ramos (l’ultima suggestione, naturalmente dal Corinthians) e a 30 anni è pronto a salutare i giallorossi per accasarsi in Premier League, dove Arsenal e Fulham lo accoglierebbero a braccia aperte. Anche il Tottenham, che però in estate ha speso tanto per Hugo Lloris.



 

(Claudio Franceschini)

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