Sì alle squadre B. L’apertura arriva dal direttore generale della Roma Franco Baldini, e non è la prima volta. Secondo il dirigente, che ne ha avuto esperienza diretta in Spagna, ai tempi del Real Madrid, le seconde squadre, militanti in un campionato professionistico, sarebbero il miglior modo per valorizzare i giovani. “Noi saremmo d’accordo ad introdurle, se ci fosse la possibilità ne potremmo parlare”, ha spiegato oggi Baldini, che ha rievocato i suoi anni ‘spagnoli’. E’ proprio grazie alla conoscenza del Castilla a Madrid e, indirettamente, del Barcellona B – ex-squadra di Luis Enrique, tutto torna, quindi… – che il dg ha tratto la convinzione che è quella la strada da seguire. La Roma, insomma, propone una via, un modello, che sarebbe sicuramente innovativo nell’ambito del panorama nostrano. Per passare, però, dalla teoria ai fatti, occorrerà un appoggio dall’alto, ed in particolare dai “vertici delle varie Leghe, che devono pensare ad un formato”. Baldini, dunque, guarda con estremo interesse al modello spagnolo, che nel recente passato ha raccolto consensi più o meno trasversali tra i vertici del calcio italiano, da Arrigo Sacchi a Demetrio Albertini. “Noi, come As Roma, abbiamo solo introdotto un argomento di discussione, poi decidere non è compito nostro”, è stata la chiosa dell’esperto dirigente. Ancora una volta, quindi, il club giallorosso vuole proporsi come innovatore. Un ruolo che risalta ancor più nello stantìo panorama calcistico nostrano. A livello di gioco, abbiamo visto come l’ingaggio di Luis Enrique abbia risposto ad una logica ben precisa, ovvero quella di proporre un calcio tutto nuovo, almeno rispetto alle latitudini italiane. Un calcio basato sulla ricerca insistita del possesso palla, sul lancio dei giovani, sulla meritocrazia. Tutte cose che sembrano scontate, ma che non lo sono affatto. Il mister non ha problemi a gettare nella mischia un Piscitella, non ha problemi a mettere in discussione un totem come Totti (i primi tempi, poi il feeling tra i due si è cementato): va sempre avanti per la sua strada e non cambia idea troppo facilmente, come ha notato anche uno dei prossimi avversari, l’atalantino Cigarini, che ne ha parlato oggi ad un’emittente romana.
Tanti pregi per il tecnico spagnolo, e qualche difettuccio (pochi, a quanto pare). Tanto che la Roma non vede l’ora di legarlo a sè ben oltre il 2013, data di scadenza del contratto. Il Barcellona, in cerca del dopo-Guardiola, è avvertito.