Pesante sconfitta sabato a Lecce, voci su tensioni nello spogliatoio (in particolare tra i giovani e la vecchia guardia), Luis Enrique aggressivo oggi in conferenza stampa: la Pasqua della Roma è stata decisamente sofferta. Il tanto sospirato “progetto” sembra tornare nuovamente in discussione, anche perchè la squadra sembra ricadere sempre negli stessi errori e la qualificazione alla prossima Champions League è ora più lontana. Ora ci si aspettano novità dal nuovo sbarco in Italia degli americani, ma attorno alla Roma l’aria non è delle migliori. Per commentare il momento dei giallorossi e le prospettive future abbiamo intervistato Paolo Assogna, giornalista di Sky profondo conoscitore del mondo romanista. Intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.
Come è possibile che la Roma ricada sempre negli stessi errori?
Il motivo è semplice: dopo nove mesi di campionato c’è ancora scarsa compatibilità tra il gruppo e Luis Enrique. Ci sono problemi per quanto riguarda la comunicazione e la compatibilità delle idee calcistiche dell’allenatore con i giocatori.
Ma quindi ci sono problemi con lo spogliatoio?
Assolutamente no, su questo sono sicurissimo. A Trigoria tutti apprezzano e vogliono bene a Luis Enrique, ma non riescono a mettere in pratica le sue idee: questo è il problema.
Quindi non è vero che ci siano spaccature all’interno del gruppo?
Ribadisco, non c’è nessuna tensione nel gruppo. Anzi, forse sono anche troppo “piatti”…
I problemi dunque sono strettamente calcistici?
Esatto, Luis Enrique è acerbo e questa sua inesperienza come allenatore è un minus-valore per la Roma di quest’anno. Forse è arrivato troppo presto a guidare una squadra della nostra serie A.
Questo può mettere in dubbio il suo futuro sulla panchina giallorossa?
Al momento no. Naturalmente possono succedere altre cose da qui all’estate, ma ad oggi la dirigenza vuole andare avanti: non a caso è stato proposto più volte all’allenatore il rinnovo del contratto, e da questo punto di vista non ci sono stati cambiamenti nella volontà della dirigenza.
L’imminente arrivo a Roma degli americani porterà qualche sorpresa?
Intanto, dobbiamo dire che non verrà Pallotta per altri impegni. Dunque arriverà solo Di Benedetto, ma questo non comporterà nessuna novità. Gli americani hanno affidato la gestione della squadra ai dirigenti che hanno scelto, e non interferiscono in corso d’opera.
Luis Enrique è sembrato aggressivo in conferenza stampa: che impressione ha destato?
Credo che abbia fatto bene a togliere pressioni ai giocatori assumendosi tutte le responsabilità per la sconfitta di Lecce, però l’ho visto insicuro. Dopo otto mesi ci sono ancora grosse difficoltà sia in fase difensiva sia in fase offensiva, non vede realizzato sul campo quello che vorrebbe fare e quindi si sente in difficoltà. Credo che la sua aggressività serva a mascherare l’insicurezza, attacca per difendersi.
Ma questa Roma può ancora arrivare al terzo posto?
Non sarà facile, ma su questo sono ancora fiducioso. Tutto è ancora aperto in questo campionato, si può ancora raggiungere anche il terzo posto.
E per la prossima stagione quali sono le prospettive? Cosa arriverà dal mercato?
Su questo bisogna essere chiari: non arriveranno grandi nomi. Mi dispiace per i tifosi, ma è meglio dire subito che non ci saranno grandi colpi, è inutile sognare Higuain, Van Persie o nomi di quel genere. Le idee della dirigenza è diversa, proseguirà il rinnovamento incentrato su giovani di qualità.
(Mauro Mantegazza)