Durante il derby tra Roma e Lazio in Curva Nord, quella dei tifosi laziali, vene esposto uno striscione ironico nei confronti dei giallorossi: “Il vostro progetto è come quello dello Stretto di Messina, non finisce più”. Il calciomercato della Roma in estate ha dato inizio a un progetto intrigante e anche molto difficile, la nuova proprietà americana ha deciso di cambiare completamente scenari puntando sui giovani talenti e su un allenatore giovane e di cultura calcistica spagnola come Luis Enrique, proveniente dal Barcellona B dove ha incantato per il modo in cui giocava la squadra. I dirigenti giallorossi, Sabatini in primis, hanno sempre saputo che questo nuovo progetto richiedeva del tempo. Ma dopo l’ennesima scoppola in trasferta subita dagli uomini di Luis Enrique qualcuno inizia ad avere tanti dubbi. E’ vero, non si può pretendere che i giovani talenti della società gialorossa maturino in fretta, però è vero che dalla squadra di Luis Enrique si pretende qualcosa di più dopo tanti mesi di lavoro. Incomprensibile e inqualificabile la prova di ieri contro la Juventus. Il blasone dell’avversario era importante, questa Juventus vincerebbe contro chiunque in Italia, ma arrendersi così dopo pochi minuti è davvero disarmante. La Roma subisce l’ennesimo poker in trasferta, era già successo qualche settimana fa in casa del Lecce con la squadra che perse quattro a due contro i salentini. Ieri invece quattro a zero contro la Juventus. Le sconfitte in campionato sono diventate tredici, 56 gol fatti e ben 46 subiti, una difesa colabrodo, un centrocampo impalpabile e un attacco che senza Totti sembra senza personalità. Ieri Sabatini ha dichiarato ancora una volta che Luis Enrique è confermato sulla panchina giallorossa, ma i dubbi ormai stanno diventando certezze. Perchè Luis Enrique ieri ha cambiato ancora modulo puntando su un 4-5-1 con Osvaldo solo davanti e Borini esterno a destra, con Perrotta titolare dopo tanti mesi per cercare di contenere Pirlo e Totti in panchina. Non solo, Heinze in panchina e De Rossi ancora una volta centrale. Il buon Daniele esegue gli ordini come un bravo e fedele soldato ma non è un difensore centrale e si vede. Soprattutto il centrocampo senza De Rossi è poca roba. Due gol in appena otto minuti di gioco, quattro gol totali in 52′ minuti.
Numeri disarmanti che mettono sul banco degli imputati l’allenatore che pensa di poter cambiare moduli su moduli e posizioni ai giocatori. In questo modo la Champions si allontana e la pazienza dei dirigenti inizia a finire. Quella dei tifosi è finita da un po’ di tempo…