Grande partita quella dell’Olimpico, domani alle 15: Roma-Fiorentina solo qualche anno fa valeva le primissime posizioni in classifica ed è una classica d’Italia. Oggi le cose sono leggermente cambiate: il blasone rimane immutato, ma se la Roma stenta anche a raggiungere il terzo posto utile per la Champions League, restando in corsa unicamente per il ritmo lento di chi sta davanti, la Fiorentina sta addirittura lottando per non retrocedere, ha visto le streghe un paio di settimane fa e adesso, nonostante appaia in leggera ripresa, ha comunque bisogno di punti perchè la situazione resta traballante. La stagione altalenante della Roma era ampiamente prevedibile, visto il cambio di allenatore e l’arrivo di Luis Enrique, giovane e straniero; la rosa è cambiata in modo importante, quindi era chiaro che i risultati non sarebbero potuti venire dall’oggi al domani. Diversa la realtà della Fiorentina, che era partita con Mihajlovic per andare in Europa e si ritrova negli acquitirini della zona reetrocessione, con una rosa che non è attrezzata per un campionato simile e la società ampiamente contestata dai tifosi. La partita quindi promette spettacolo ma anche tensione agonistica. All’andata vinse la Fiorentina 3-0: fu quella la gara della svolta per la Roma, che fu criticata in lungo e in largo per la disfatta. La società confermò Luis Enrique, e da lì le cose cambiarono.



Arbitro dell’incontro sarà Brighi, con cui la Roma vanta un bilancio di parità e una vittoria stagionale contro il Lecce: 2-1 all’Olimpico. La Fiorentina ha 4 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte, e in stagione non ha mai vinto: sconfitta 1-0 dalla Lazio, poi pareggio 2-2 a Genova.

La Roma è reduce dalla pesante sconfitta di Torino contro la Juventus. Lo 0-4 non può certo essere giustificato dall’espulsione esagerata di Stekelenburg: dopo 8 minuti la squadra era sotto di due gol, fino al rigore aveva messo insieme solo una manciata di calci d’angolo senza esito e aveva dato un’impressione di arrendevolezza. E’ la sintesi della stagione dei giallorossi: Luis Enrique nel corso del tempo ha plasmato una Roma più “italiana”, dandole una quadratura rispetto agli inizi arrembanti, ma forse così ne ha peggiorato e inficiato l’anima, rendendola un ibrido che non fa più nemmeno troppo possesso palla e dietro rimane sempre scopertissima. Non hanno convinto certe scelte dell’asturiano, per esempio Maruiqnho da mediano o Perrotta che non giocava da quattro mesi, ma è chiaro che il problema della Roma non è questo. Ad ogni modo, la corsa al terzo posto resta ampiamente aperta, ma è solo perchè davanti la Lazio e il Napoli fanno a gara a chi perde più punti. L’Europa comunque, anche quella “minore”, sembra essere alla portata.



Lo dice anche Luis Enrique: “Siamo ancora in corsa per la Champions. Quali sono i risultati? Quelli si giudicano alla fine della stagione”. Non si è comunque negato alle analisi tattiche: “Pjanic fa l’interno con noi, ma è un trequartista. Abbiamo cercato di giocare, ma la squadra non si è comportata come avete percepito voi. Totti? E’ il giocatore più importante per noi e vorrei che giocasse fino a 50 anni, ma la squadra deve imparare a giocare anche senza di lui”. E poi ci mette la faccia: “Dal primo giorno qui mi prendo le responsabilità. Abbiamo 50 punti? Dipende dal mio lavoro. Ma credo che la squadra abbia un’identità, e anche se rispetto voi che mi dite che non la vedete, io vivo la quotidianità di Trigoria e vedo questa identità. La Fiorentina? Concentrati su di loro, se si vince si va a 53 punti. Capisco che possa esserci disappunto per la sconfitta di Torino, ce lo siamo meritato”.



Mazzate dal giudice sportivo sulla Roma: Bojan ha rimediato un giallo che fa scattare la squalifica, la prova TV ha fermato per 3 giornate Lamela per lo sputo a Lichtsteiner, il rosso costa a Stekelenburg lo stop forzato. Fuori, poi, sempre Burdisso e Lobont, oltre ovviamente a Juan. 

In porta va Curci, già impiegato domenica sera; in panchina siederà Pigliacelli, portiere della Primavera di De Rossi senior. In difesa probabile cambio di due elementi: Taddei per Rosi sulla destra, Heinze per De Rossi (che torna a centrocampo a fare il “volante”) sul centrosinistra. Confermati Kjaer e José Angel. Gli interni di centrocampo saranno Pjanic e Marquinho, in attacco come ampiamente previsto e detto da Luis Enrique, dovrebbe tornare Totti, che si piazzerebbe inizlalmente da trequartista con Osvaldo e Borini davanti. Il condizionale però è d’obbligo: il capitano ha saltato l’ultimo allenamento per un attacco influenzale, e quindi è in forse. Se non ce la fa, dentro Gago in mediana e Marquinho dietro le punte. Insomma: a pagare per tutti è Gago, forse il meno peggio domenica sera. Ma c’è bisogno di creare gioco, di tenere palla, da difendere ci sarà poco: ecco perchè Marquinho appare più funzionale. Luis Enrique comunque comunica la formazione sempre all’ultimo secondo, quindi possibili dei ribaltoni.

La Fiorentina sembra aver superato il momento di maggior crisi. Dopo la sconfitta interna contro la Juventus l’aria si era fatta pesantissima: contestazione aperta nei confronti della società, giocatori sotto accusa, situazione di classifica disperata. I Della Valle hanno confermato la fiducia a Delio Rossi, e da lì qualcosa è cambiata: i viola sono andati a vincere sul campo del Milan, poi hanno colto due pareggi importanti contro Palermo e Inter, convincendo anche sul piano del gioco. La classifica è leggermente migliorata, ma è sempre traballante, quindi la squadra ha bisogno di punti, anche solo di un pareggio, per centrare l’obiettivo, che comunque non era questo alla vigilia.

Fermo per squalifica Pasqual, stagione finita per Vargas e Kroldrup, Jovetic ha rercuperato ed è tornato in gruppo, ma resta in dubbio: convocato, Delio Rossi deciderà all’ultimo. In mattinata la tegola: Montolivo ha riportato dei fastidi ai flessori della coscia, e quindi rimarrà a Firenze.

“Non vorrei si pensasse che qualcuno può essere più utile se inizia la partita: semplicemente, avremo delle scelte in più”. Così Delio Rossi in conferenza stampa, sul rientro di Amauri e quello probabile di Jovetic, sul quale dice: “Sta bene, e a questo punto a fare la differenza è la voglia e non la condizione”. Sulla Roma: “Io non mi concentro su di loro, solo su di noi. Ma hanno fatto una scelta, e quando cambi così tanto puoi andare incontro ad alti e bassi”. Poi si apre alle scelte: “Behrami sta bene, come al solito butterà il cuore oltre l’ostacolo. La formazione non la faccio solo guardando l’allenamento, perché giocando così tanto c’è meno tempo per allenarsi bene. Tengo conto di tutte le situazioni. Chi ha giocato poco? Ha la mente più libera, quindi può essere più utile. Il possesso palla? Le mie punte non devono rubare palla, ma essere generose e volitive, i calciatori non sono come quelli di trent’anni fa, non stazionano più in mezzo all’area”. 

In campo vanno quindi Boruc, con la linea a tre composta da Camporese, Natali e Nastasic: verso la panchina capitan Gamberini. Al posto di Montolivo uno tra Salifu, Olivera e Kharja, più probabile quest’ultimo, anche se Lazzari potrebbe andare in regia con Salifu sul centrosinistra. De Silvestri a destra perché Cassani deve traslocare a sinistra, davanti probabile il tandem Jovetic-Amauri, ma se il montenegrino non dovesse farcela è pronto Cerci: Ljajic verso la panchina. Nelle prossime pagine le probabili formazioni di Roma-Fiorentina.

 

 

 

Curci; Taddei, Kjaer, Heinze, José Angel; Pjanic, De Rossi, Maruiqnho; Totti; Borini, Osvaldo. All. Luis Enrique

A disp: Pigliacelli, Rosi, Simplicio, Gago, Greco, Perrotta, Tallo

Squalificati: Stekelenburg, Lamela, Bojan

Indisponibili: Lobont, Burdisso, Juan

Boruc; Camporese, Natali, Nastasic; De Silvestri, Behrami, Kharja, Lazzari, Cassani; Jovetic, Amauri. All. D. Rossi

A disp: Neto, Gamberini, Olivera, Kharja, Salifu, Ljajic, Cerci

Squalificati: Pasqual

Indisponibili: Kroldrup, Montolivo, Vargas

 

Arbitro: Brighi