Lecce batte Roma 4-2: è questo il risultato clamoroso che matura nel pomeriggio del Via del Mare. Il punteggio, peraltro, non racconta del tutto il dominio dei salentini, che già dopo 56 minuti vincevano 4-0 e hanno largamente messo sotto la Roma, incapace di reagire se non per qualche azione sporadica; i due gol degli ospiti sono arrivati nei minuti finali, a cose ormai decise. Certo, Cosmi non sarà propriamente contento della flessione dei suoi ragazzi, ma siamo al classico ago nel pagliaio: la verità è che il Lecce visto oggi può decisamente raggiungere la salvezza, nonostante a San Siro sia maturato un risultato inaspettato e sfavorevole. La Roma, invece, si deve nuovamente interrogare: fa vedere cose bellissime e poi affonda senza scusanti e senza reazioni, incapace di far fronte all’avversario di turno. Luis Enrique ha voluto dare un segnale ai suoi: nessuna indicazione, nessuna sostituzione: “Voi vi siete messi in questa situazione, voi ne uscite”. Il messaggio è arrivato, ma troppo tardi; e così si allontana la possibilità di centrare il terzo posto, che rimane sempre a 4 lunghezze, ma la Lazio gioca stasera e può allungare.



In questa prima frazione non succede molto da raccontare. La Roma ha tante assenze e schiera il tridente con Lamela a supporto di Osvaldo e Bojan; confermato Marquinho in mediana. Nel Lecce formazione tipo, c’è Delvecchio interno di centrocampo e non Bertolacci. La Roma parte con il suo possesso palla, coinvolge molto Jose Angel a sinistra, ma non sfonda: a Osvaldo non arrivano palloni giocabili, Bojan si muove poco, Lamela è un fantasma. La Roma trema già due volte da calcio d’angolo, su un’uscita avventata di Stekelenburg e un pallone che Rosi deve mettere fuori in affanno; il Lecce, al primo vero affondo, mostra che può far male alla Lupa con la velocità di Muriel e Cuadrado: la prima volta l’attaccante numero 24 viene colto in lievissimo fuorigioco, ma alla seconda, minuto 22, trova il vantaggio: Giacomazzi lo innesca sulla corsa, il colombiano fugge nel buco lasciato da Heinze e supera Stekelenburg con un dribbling prima di depositare in rete. Sesto gol in campionato per Muriel, e partita che si mette in salita per una Roma incapace di tirare verso la porta di Benassi. Finalmente ci riesce Bojan al 28′, dopo che l’undici di Luis Enrique ha rischiato su un altro due contro due mal gestito da Muriel e Cuadrado: lo spagnolo si accentra e fa partite il destro, ma Benassi si allunga sulla sua destra e mette in angolo. Sembra che il primo tempo si possa chiudere sull’1-0, e invece su un altro angolo guadagnato da Muriel il Lecce radoppia, e forse, mette in ghiacco la gara: parabola che Tomovic riesce a toccare fuori area per Miglionico, sinistro deviato da Heinze che rimane in area, e qui la Roma dimostra tutta la sua fragilità difensiva: nessuno chiude su Giacomazzi che ancora una volta serve l’assist per Di Michele che, solissimo, fredda Stekelenburg a due passi dalla porta. La Roma va al riposo frastornata e con la necessità di cambiare marcia per riprendere la partita; il Lecce, guardando anche agli altri campi, per il momento fa un clamoroso passo in avanti verso la salvezza.



Il secondo tempo inizia senza cambi, ci si aspetta che la Roma riprenda in mano la partita e invece nel giro di quattro minuti è il Lecce che la chiude. Merito ancora di uno straripante Luis Muriel, che prende palla a metacampo tutto spostato sulla destra, salta Heinze e De Rossi come due paletti, si accentra e spara un sinistro all’angolino opposto con Stekelenburg in leggero ritardo, forse perchè si aspettava l’assist al centro per Di Michele. La Roma è frastornata, ma il peggio deve ancora venire. Al 55′ Osvaldo riesce a incunearsi in area, la mette giù di petto ma Benassi è un gatto e gli piomba sui piedi anticipandolo. Un minuto più tardi la partita finisce ufficialmente: Muriel parte ancora, inesauribile, entra in area e sul rientro sul piede sinistro Heinze non può ritirare la gamba: contatto, rigore e Di Michele che spiazza Stekelenburg. A questo punto Luis Enrique si siede in panchina e smette di dare indicazioni ai suoi ragazzi. Nessuno si scalda, tutto rimane così, con una sorta di autogestione imposta dal tecnico asturiano che vuole che gli undici in campo si assumano la responsabilità di quanto accaduto. Il segnale arriva, anche se lentamente: per tre volte Benassi è bravissimo su Osvaldo, Marquinho e ancora Osvaldo, poi è il brasiliano a calciare fuori di un niente. A due minuti dalla fine, con il pubblico di Lecce in festa, accade l’impensabile: la Roma, apatica fino a lì e incapace di reagire, segna con Bojan, bravo a infilare sul primo palo un cross da destra di Lamela. E un minuto più tardi, a seguito di un fallo ai 25 metri, lo stesso Lamela batte una grande punizione a giro che trova impreparato Benassi. La Roma perde comunque, ed è peggio per i tifosi questo finale: non poteva venir fuori prima la squadra? Per il Lecce è un trionfo: la Fiorentina ha vinto a San Siro, è vero, ma questo 4-2 certifica in pieno che i salentini possono decisamente salvarsi.



Marcatori: 22′ Muriel, 44′ Di Michele, 49′ Muriel, 56′ rig. Di Michele, 89′ Bojan (R), 90′ Lamela (R)

Benassi; Oddo, Miglionico, Tomovic; Cuadrado (62′ Grossmuller), Blasi, Giacomazzi (82′ Bertolacci), Delvecchio, Brivio; Di Michele, Muriel (74′ Bojinov). All. Cosmi (Petrachi, Di Matteo, Carrozzieri, Corvia)

Stekelenburg; Rosi, Kjaer, Heinze, Jose Angel; Gago, De Rossi, Marquinho; Lamela, Osvaldo, Bojan. All. Luis Enrique (Curci, M. Ricci, Taddei, Perrotta, Viviani, Pjanic, Tallo)

Arbitro: Orsato

Ammoniti: Jose Angel (R), Delvecchio, Blasi, Di Michele, Marquinho (R), Miglionico

Recupero: 1′ primo tempo, 4′ secondo tempo

 

Benassi 7: almeno quattro grandi interventi su Bojan, Osvaldo e Marquinho, tiene inviolata la porta con grande sicurezza fino al piatto di Bojan sul quale forse è lievemete in ritardo. Gran partita comunque.

Oddo 6.5: il meno appariscente dei tre difensori, contiene bene le iniziative di Jose Angel e se la cava sempre con grande esperienza su chiunque incroci dalle sue parti.

Miglionico 7: leader della difesa, non perde mai di vista Osvaldo e lo annulla; nelle uniche due occasioni in cui lo perde di vista ci pensa Benassi.

Tomovic 7: vale il discorso fatto per Miglionico. Cresce soprattutto nella ripresa, ruggendo su Bojan e sugli altri attaccanti della Roma. Anche lui contribuisce a mettere la museruola a Osvaldo.

Cuadrado 6: meno brillante di altre occasioni, ma dopo due minuti fa subito ammonire Jose Angel con un’iniziativa delle sue. Poi rimane un po’ in disparte, ma quando accelera fa malissimo.

(dal 62′ Grossmuller 5.5: entra a partita chiusa e con il Lecce stanco. Si vede poco e sbaglia qualche appoggio di troppo)

Giacomazzi 7: due assist, il primo con un grande lancio in profondità per Muriel, il secondo con un tocco geniale per Di Michele. Esce stremato.

(dal 82′ Bertolacci sv)

Delvecchio 6.5: le dà e le prende, la sua esperienza serve tantissimo in mezzo contro gente come Gago e De Rossi. Il duello lo vince lui.

Brivio 6: come Cuadrado, non spinge tantissimo, ma è sempre propositivo e comunque attento in copertura su Rosi, che viene sempre sollecitato su quella corsia.

Di Michele 7: un gol da due passi, uno su rigore. Ad ogni modo, sempre presente quando conta e ottimo in aiuto a centrocampo.

Muriel 8: spacca la partita con il guizzo nel burro della difesa giallorossa, nel secondo tempo si inventa un gol capolavoro e ogni volta che scatta fa venire brividi di paura a Kjaer e Heinze. Da comprare subito.

(dal 74′ Bojinov sv)

 

Stekelenburg 5.5: lasciato solo dai compagni di squadra, non appare esente da colpe sul secondo gol di Muriel: parte forse in ritardo. Per il resto non può fare niente.

Rosi 5.5: spinge tanto, ma combina pochino. Brivio dalla sua parte non fa troppa paura, così è sempre in avanti, ma la sostanza non c’è.

Kjaer 4.5: vederlo arrancare dietro a Muriel ci fa venire nostalgia per i tempi di Palermo. Cosa gli è successo? Sul secondo gol partecipa al gioco “Perdi anche tu il tuo uomo sul corner”.

Heinze 4: anche peggio di Kjaer, perchè Muriel lo brucia in velocità ogni volta che vuole, sull’1-0 è lui che sbaglia il fuorigioco e commette il fallo da rigore con un’entrata ingenua. Disastro completo.

Jose Angel 6: si fa vedere sempre al cross, ne mette in mezzo pochi interessanti, anche lui molto fumoso ma per lo meno rimedia su qualche pericolosa ripartenza del Lecce.

Gago 5.5: l’impegno ce l’ha messo. Nella ripresa prende in mano lui la squadra, cerca sempre la giocata, guadagna punizioni, dimostra che la garra degli argentini non manca mai. Troppo impreciso, però.

De Rossi 5: il capitano dovrebbe dare il buon esempio, ma questa volta a differenza di altre il buon Daniele non suona la carica, sembrando addirittura rassegnato. Non un bel segnale.

Marquinho 6: i segnali visti contro il Novara erano veritieri: il brasiliano gioca benino, si propone, cerca la giocata ed è comunque l’unico che ci prova. Troppo solo, e non è lui quello chiamato a salvare la baracca.

Lamela 6: salva la sua partita nel finale, con il bell’assist per Bojan e soprattutto la punizione con cui riduce ulteriormente le distanze. Prima, un ectoplasma, cosa ancor più grave con i piedi fatati che si ritrova.

Osvaldo 5: ci prova una, due, tre volte: non supera mai Benassi. Bravo il portiere del Lecce, ma su quel tiro tutto solo non ci mette la cattiveria dei giorni migliori. Sovrastato da Miglionico e Tomovic.

Bojan 6.5: era il migliore dei suoi già prima del gol. Ci ha provato da subito, nel primo tempo ha sfiorato la rete, nel secondo ha continuato a macinare chilometri tra centro area e fascia destra. Costanza premiata.

 

(Claudio Franceschini)