Il Lecce batte la Roma 4-2 in una partita dominata dai salentini dal primo al novantesimo minuto. Il Lecce vinceva 4-0 già dopo dieci minuti del secondo tempo, poi ha controllato senza troppi affanni e ha subito due reti nel finale, quando la gara era già decisa e il pubblico festeggiava tre punti fondamentali. E’ stata la classica partita che dimostra come a volte le statistiche possano essere ingannevoli: la Roma infatti ha fatto registrare il 64% di possesso palla, ha mantenuto 15 minuti di supremazia territoriale contro i 5 del Lecce, hanno avuto il 63,3% di pericolosità e mandato a buon fine il 77% dei passaggi; ma quest’ultimo dato, soprattutto legato al primo, fa capire come la Roma abbia come al solito fatto tanto possesso ma sterile: passaggi in orizzontale senza guadagnare terreno, poi verticalizzazioni sempre imprecise. Il Lecce, che ha difeso la sua area per il 57% del tempo, si è difeso con ordine e non è mai andato veramente in affanno, salvo negli ultimi due minuti quando ha subito due gol e ha rischiato di prendere il terzo. Quindici tiri per la Roma, sette per il Lecce che ha capitalizzato al massimo: cinque nello specchio, quattro gol. Tomovic e Miglionico in evidenza, hanno recuperato 35 palloni in due; Bojan invece è stato quello che ci ha provato di più, con quattro conclusioni verso la porta di Benassi: il gol, purtroppo per lui e per la Roma, è arrivato sull’ultima.
Sono stati ben sei, e tutti molto belli. Apre il Lecce al 22′: Giacomazzi prende palla a centrocampo e infila in verticale per Muriel, la difesa (Heinze il colpevole) sbaglia il fuorigioco e il colombiano si invola, salta Stekelenburg con un tocco di destro e mette in porta di sinistro. A un minuto dal 45′ il raddoppio: angolo, la palla danza in area e viene messa fuori da Tomovic che accomoda per Miglionico; sinistro del difensore deviato da Heinze, la palla rallenta e Giacomazzi, ancora lui, ha la freddezza di appoggiare sulla sua sinistra per Di Michele, che non può sbagliare e in acrobazia da due passi con la difesa della Roma che perde totalmente tutte le marcature fulmina Stekelenburg. Nel secondo tempo il Lecce chiude tutto in undici minuti. Al 49′ eurogol di Muriel: prende palla appena dopo la metacampo, lascia sul posto Heinze e De Rossi, cambia passo con una accelerazione incredibile, si accentra e scarica un sinistro sul palo lontano con Stekelenburg che appare in ritardo. Poi ci pensa Di Michele a trasformare un rigore, siamo al 56′, concesso per fallo di Heinze su Muriel: il colombiano rientra in area e l’argentino lo mette giù affondando il tackle. Quando sembra finita, ecco che si sveglia la Roma: all’89’ minuto Lamela da destra trova il fondo e dopo il surplace mette al centro col mancino, sul secondo palo irrompe Bojan che di piatto destro batte Benassi sul primo palo. Un minuto più tardi punizione dai 25 metri: la batte lo stesso Lamela, che trova il sinistro a giro sotto l’incrocio con Benassi immobile. Purtroppo per la Roma non c’è più tempo, e il Lecce si prende i tre punti.
Cosmi è contento per la vittoria, ma vuole anche rivolgere un messaggio a qualche tifoso troppo “esuberante”: “Non avevamo mai vinto con la Roma in casa, non mi è piaciuto però l’atteggiamento del pubblico verso alcuni giocatori, per questo ho fatto quei gesti (il segno dei tifosi che dormivano, ndr) Questo è un gruppo serio, che ha fatto cose straordinarie, a mio giudizio va incoraggiato sostenuto proprio per quello che sta facendo”. Inevitabile un commento sullo straripante Muriel: “E’ un talento purissimo, va migloirato ed è normale che sia così, però giocate come quelle di oggi per un ragazzo del 1991 non sono proprio normali. Ha caratteristiche fisiche e tecniche che assomigliano a quelle di Ronaldo, che però resta di un altro pianeta”. Luis Enrique naturalmente è contrariato: “La cosa peggiore è il risultato. Non siamo entrati in partita e dopo il primo gol è stata una partita molto difficile per noi. Sono deluso, come delusa è tutta la squadra. Mi prendo tutta la responsabilità ed è normale che sia deluso, come lo sono i ragazzi e i tifosi che hanno seguito la partita”. Ha stupito l’atteggiamento dell’asturiano, seduto impassibile in panchina, senza fare cambi e con nessun uomo mandato a scaldarsi: “Posso scegliere come preferisco vedere la partita”, risponde Luis Enrique, “e oggi ho preferito vederla così: la sentivo così, ma non c’è nessuna situazione strana”. Ultima domanda su presunte voci secondo cui il tecnico starebbe pensando di rassegnare le dimissioni. Senza fronzoli la risposta: “E’ curioso, succede sempre così. Non ho detto niente, e non mi passa neanche per la testa di presentare le dimissioni”.