Luis Enrique fino in fondo come Guardiola, il suo ex compagno di squadra e “maestro” come allenatore. Infatti l’allenatore spagnolo lascia la Roma perché è “stanco”, come ha dichiarato lui stesso poco fa in una conferenza stampa che di fatto non è stata pre-partita per l’inutile sfida col Cesena ma un commiato dal mondo giallorosso. Ha usato le stesse parole di Guardiola per spiegare i motivi delle sue dimissioni dopo un solo anno alla guida della squadra giallorossa, e con un anno di anticipo sulla scadenza del suo contratto. Un’esperienza difficile da decifrare, tra tanti alti e bassi e con un “progetto” – parola ormai famigerata – affascinante ma incompiuto. La cosa certa, e che lo stesso Luis Enrique ha voluto sottolineare subito, è che con Roma città e con la Roma non ci sono stati particolari problemi: “Per me è stato un grande piacere allenare questa squadra e mai mi sono pentito di essere venuto qui. La mia famiglia è stata ed è felice, ho dovuto convincere anche loro che dobbiamo andare via perché erano convinti che sarei rimasto. Ma qui sto benissimo, anzi resterò ancora due o tre mesi a Roma per conoscerla meglio, dato che finora – conclude con una battuta – conosco soprattutto il raccordo anulare”.
Un ringraziamento speciale va anche ai tifosi: “Ho sempre avuto il massimo rispetto dai tifosi – ha proseguito così il tecnico iberico – anche per la strada mi hanno sempre trattato bene e con fiducia, anche quando mi hanno detto che magari non piaceva come giocava la squadra. È una cosa che valuto tantissimo e li ringrazio”. Un rapporto complicato, forse di amore e odio mischiati in modo curioso e singolare, ma quel che è certo è che in generale, con lui e il suo progetto, i tifosi sono stati più pazienti che con altri: “Sicuramente ci sono tifosi che non capiscono quello che sto facendo – ha aggiunto l’allenatore – ma sono onesto con me per primo e poi con società, calciatori e tifosi. Ho sempre detto che non mi sarei mai attaccato alla sedia e quando avrei visto che ero un peso per la squadra sarei andato via. Me ne sono accordo dopo la gara di Firenze (cioè già a dicembre, quella sconfitta 3-0 che è stato certamente il punto più basso della sua gestione ndR)”.
Tornando sui motivi della sua decisione, Luis Enrique è stato chiaro.
Solo la stanchezza è alla base di questa scelta, forse un virus che colpisce chi arriva dal fatato mondo del Barcellona: “Me ne vado perchè sono stanco, ho dato il 110% sempre e non credo di essere in grado di recuperare le forze per iniziare una prossima stagione. Anche per questo so già che non allenerò nemmeno altrove. Devo recuperare dopo questa avventura difficile ma bellissima. Ho speso tutte la mie energie per arrivare ai risultati e mi dispiace non essere riuscito a raggiungere il terzo posto”. Il tecnico però sottolinea “che non è stata una stagione molto brutta, la squadra è migliorata tantissimo, i ragazzi si sono impegnati e io li ho difesi sempre. Nel mio ultimo giorno li ringrazio perché hanno cercato di fare quello che io pensavo, quasi sempre ci sono riusciti e alla fine parlare di altre cose sarebbe un errore. Anche se alla fine è giusto che un tecnico venga giudicato per i risultati: preferisco comunque una stagione così intensa a tre anonime”.
L’allenatore spagnolo vuole anche precisare qualcosa sul suo addio alla squadra: “Già due giorni fa ho fatto una riunione con i ragazzi, la squadra e tutto lo staff per dire cosa pensavo e sentivo. È stata una cosa bellissima, ho fatto un saluto in spagnolo per parlare con il cuore ma tutte le frasi uscite poi sulla stampa sono false. Ho la registrazione e anche un foglio su cui c’è scritto cosa ho detto. Per me è stato un grandissimo piacere allenare la Roma, ne sono orgoglioso. Soprattutto non mi sono mai pentito di aver scelto i giallorossi, nemmeno nei giorni più brutti, e purtroppo ce ne sono stati tanti”.
Nessun problema anche con Francesco Totti.
Ecco la scherzosa precisazione di Luis Enrique dopo le battute che ha scambiato l’altra sera con Striscia la Notizia in occasione della consegna del Tapiro d’Oro: “Ho parlato tante volte di Francesco che quasi me ne sono innamorato. Mia moglie adesso è gelosa… È stato un rapporto molto speciale, sin dall’inizio con lui ho avuto bellissime sensazioni e quando per la stampa tra noi c’era un litigio, gli dissi che non ce l’avevo con lui. Lo stimo come calciatore e persona, è stato un vero piacere con Francesco, che è un vero campione, come per tutti”.
(Mauro Mantegazza)