Montella-Roma, un matrimonio che si farà? Stando alle voci che circolano nelle ultime giornate sembrerebbe proprio di sì, ma tra il dire ed il fare c’è ancora un intero calciomercato da vivere. Un calciomercato nel quale la Roma dovrà cercare di superare le resistenze che, senza ombra di dubbio, Pulvirenti ed il Catania opporranno. I giallorossi potranno fare forza sulla volontà del tecnico napoletano, ma non è detto che questo possa bastare. Del resto, dopo l’addio di Lo Monaco, il cambio di guida tecnica e la cessione di alcuni pezzi pregiati, getterebbe ombre preoccupanti sul futuro della squadra etnea. Per analizzare al meglio la situazione abbiamo contattato, in esclusiva, Giovanni Finocchiaro, giornalista de La Sicilia, vicino all’ambiente etneo. Questo quanto emerso nella piacevole intervista rilasciata a “IlSussidiario.net”.
Che idea si è fatto sulle voci che accosterebbero Montella alla Roma? Ai nostri microfoni Lo Monaco non ha né smentito, né confermato l’esistenza di una trattativa…
Che ci sia una trattativa è quasi certo, manca l’ufficialità però è una cosa di pubblico dominio. Che ci sia la volontà di lasciarlo andare da parte del presidente è un’altra storia…
E secondo lei, Montella vorrebbe andare alla Roma?
Secondo me sì. Innanzitutto perché tornerebbe a casa, proverebbe a sfruttare un’occasione più unica che rara. Dopo che l’anno scorso lo avevano scaricato, tornare lì, in quell’ambiente, dove conosce tutti, sarebbe una rivincita personale. Inoltre c’è da valutare anche un discorso tattico. Il Catania, nel suo piccolo, ha ripetuto il gioco della Roma, senza un attaccante di riferimento. Bergessio non sarà Totti, ma anche lui parte da molto lontano ed il suo lavoro favorisce gli inserimenti dei compagni.
Montella sarebbe un allenatore pronto per la Roma e per le pressioni di una piazza importante?
Lui le pressioni le ha vissute da giocatore. Specialmente in quei dieci anni in cui non è mai stato titolare, avendo davanti a sé giocatori del calibro di Delvecchio e Batistuta, con un Capello che lo osteggiava facendolo sempre partire dalla panchina nonostante segnasse ogni volta che entrava. Da giocatore ha superato tutte le pressioni pur non essendo titolare fisso. Da allenatore ha comunque dimostrato sia a Roma, in quella breve parentesi, sia a Catania di potere reggere bene la pressione. Inoltre a Catania si era presentato come uno dei giocatori che aveva segnato nell’umiliante 7-0 ed inizialmente il suo arrivo fu accompagnato dallo scetticismo della tifoseria, contraria al suo arrivo. È bastato però vedere la squadra per mettere subito a tacere le polemiche. Inoltre c’è da considerare che la tifoseria e l’intero ambiente giallorosso, conoscendolo piuttosto bene, lo accoglierebbero di buon grado.
Quanto è cresciuto in questa stagione?
Sul piano dell’esperienza in maniera esponenziale. Ha guidato la squadra all’inizio dandole un’identità di gioco. Ha lanciato Bergessio mettendo fuori un colosso come Maxi Lopez che era sì un uomo mercato, ma a Catania restava amatissimo. Ha fatto scelte che parevano impopolari, come quella di promuovere Marchese titolare sull’esterno sinistro dopo quasi mezza stagione passata in tribuna. Magari avrà anche sbagliato, però qui i suoi errori sono pochissimi perché il Catania ha fatto 48 punti senza un attaccante da 20 gol e con Lodi capocannoniere. La sua impronta mi pare evidente.
Catania è un’oasi felice per gli allenatori… Se si esclude Atzori (molto sfortunato) ogni allenatore ha fatto bene. Merito dell’ambiente o dell’effettiva bravura dei tecnici?
Partiamo da un particolare: la società, una volta che dà fiducia ad un allenatore, lo difende sino all’ultimo istante. Con Aztori fu la stessa cosa, poi ci fu il cambio ad inizio del girone di ritorno e con Mihajlovic si vinse in casa della Juventus segnando la svolta di quella stagione. Inoltre dalla morte di Raciti in poi, Catania è una piazza che ha addolcito molto diversi aspetti. Aiutato anche dai risultati, l’ambiente è maturato, comprendendo l’importanza della Serie A. Bisogna comunque dire che, se è vero che i dirigenti sono bravi e la piazza è paziente, è altrettanto vero che gli allenatori scelti hanno delle qualità indiscutibili. Zenga ora sta ottenendo importanti risultati in Dubai, Mihajlovic allena la nazionale serba mentre Simeone, pochi giorni fa, è andato a vincere l’Europa League. Tutto sommato hanno fallito solo Giampaolo ed Atzori. Ma quella del secondo fu una stagione molto sfortunata, avendo Maxi Lopez dall’inizio, credo che la storia sarebbe stata diversa.
Ipotesi Montella-Roma? L’aeroplanino potrebbe portare con sé alcuni giocatori?
Barrientos e Bergessio sono i due che vengono accostati più spesso, ed è facilissimo dirlo perché Montella li stima entrambi tantissimo e li porterebbe volentieri con sé. Anche qui però, serve l’ok della società e non sarà facile ottenerlo. La società si opporrà sia sul fronte allenatore, sia (soprattutto) su quello dei giocatori, a meno che una società non si presenti con un’offerta importante, come in passato è successo con Vargas alla Fiorentina, Martinez alla Juventus e via dicendo. Allora si può fare…
(Massimiliano de Cesare)