Il calciomercato della Roma ha deciso di insistere per Vincenzo Montella. Il club giallorosso ha tutta l’intenzione di ripartire dall’ex Aeroplanino, scaricato senza troppi complimenti la scorsa estate. Allora la scelta cadde su Luis Enrique, ma l’impatto dell’asturiano con il nostro calcio non è stato di certo indimenticabile. E’ probabile che la dirigenza capitolina si sia accorta dell’errore – anche se ufficialmente è stato ‘Lucho’ a decidere di lasciare – e che ora voglia ripartire da un nome più ‘sicuro’, che non richieda fasi di apprendistato o di ambientamento. Con Montella, da questo punto di vista, si andrebbe sul sicuro anzi sul sicurissimo. Il tecnico campano conosce Trigoria come le proprie tasche, avendo deliziato per anni l’Olimpico con i suoi gol e le sue giocate, senza dimenticare la parentesi sulla panchina giallorossa, che nemmeno fu negativa. Ora, però, il matrimonio sta per ripartire, sta per conoscere una fase 2. E già vengono a galla i primi nomi che il mister vorrebbe per la sua Roma dei sogni. Tra questi, quelli di due argentini, Alejandro Gomez detto ‘Papu’ e Pablo Barrientos in arte ‘Pitu’. Due che quest’anno hanno fatto le fortune del Catania grazie alla loro fantasia e alla loro imprevedibilità. Gomez e Barrientos hanno giocato quasi sempre come esterni alti nel tridente d’attacco, ed è quello il ruolo in cui Montella potrebbe riproporli anche in giallorosso. Farebbero compagnia, quindi, a gente come Lamela o Borini e avrebbero l’occasione di giocare assieme ad un monumento come Francesco Totti. Uno che, a dispetto dell’età, rimane un punto fermo della Roma. Per alcuni si tratta di una presenza anche un po’ ingombrante, ma tant’è. Il Pupone ha fatto sapere che, fosse per lui, giocherebbe ad oltranza fino a 40 o 50 anni. Esagerazioni, forse, ma che fanno capire il carattere indomito e battagliero del capitano giallorosso. Lo stesso carattere che dovrà avere la Roma di Montella, e che non ha mai dimostrato di avere la tremebonda Roma di Luis Enrique. Una squadra, quest’ultima, che, finchè aveva gli spazi per proporre il suo gioco, faceva anche cose discrete, ma che andava in crisi appena trovava un avversario minimamente ‘cattivo’ dal punto di vista agonistico. Una debolezza strutturale, che il tecnico spagnolo, messosi in mostra col Barcellona B, non è mai riuscito a debellare.
Toccherà a Montella – salvo colpi di scena – costruire una Lupa che giochi col coltello tra i denti. E con quei due ‘catanesi’ in avanti, se possibile…