Ora c’è anche l’ufficialità. E’ fatta per il ritorno di Zdenek Zeman sulla panchina giallorossa. Il tecnico boemo ha firmato un contratto biennale, come annunciato dalla Roma sul proprio sito ufficiale. Non sono stati resi noti i dettagli economici dell’accordo. Lo staff del boemo sarà formato dal tecnico in seconda Vincenzo Cangelosi, dal collaboratore Giacomo Modica e dal preparatore atletico Roberto Ferola. Oggi pomeriggio la visita di Zeman al centro sportivo di Trigoria, già conosciuto ai tempi della sua prima esperienza giallorossa, dal 1997 al 1999. Ad accompagnarlo, il team manager Scaglia. Una visita in sordina, va detto, effettuata dribblando i giornalisti e accedendo tramite un’entrata secondaria. Il mister è reduce da un’annata strepitosa alla guida del Pescara, condotto trionfalmente alla vittoria del campionato di B. E’ stata forse una delle migliori stagioni della sua carriera. Nel laboratorio abruzzese, Zeman ha sfornato una squadra capace di sciorinare un calcio incredibile, tecnico e pure velocissimo. Ovvio che le aspettative nei suoi confronti saranno altissime, dopo un campionato così, fermo restando che Roma non è certo Pescara e le difficoltà aumenteranno di sicuro. Domani alle 17 la presentazione ufficiale, davanti a stampa e tifosi. Per la società giallorossa sarà l’occasione per dare una bella riverniciata al famoso Progetto, fallito con Luis Enrique e che ora dovrà trovare una nuova strada. Tra i due tecnici, va detto, non mancano i punti di contatto, anche se a Trigoria sperano che i risultati finali saranno ben diversi. Entrambi prediligono un calcio propositivo e a viso aperto, senza curare eccessivamente la fase difensiva. Entrambi inoltre amano puntano sulla meritocrazia e sui giovani, senza timore di lanciare nella mischia talenti in verde età. Purchè bravi e sfrontati, chiaramente. Sfrontato lo è di sicuro mister Zeman, che gli amanti del calcio stimeranno anche per le sue battaglie contro i poteri forti e contro la dittatura mediatico-economica dei grandi club. La Roma, insomma, ha fatto una scelta di campo, netta e precisa. Si è schierata all’opposizione del calcio e lo ha fatto senza indugi, dopo aver vagliato senza troppa convinzione una serie di ipotesi per la panchina. Niente da fare, alla fine la corsa l’ha vinta il boemo dalla lingua lunga.
A lui il compito di ridare lustro ad una squadra ingrigita dagli ultimi insuccessi. Senza dimenticare quelle battaglie per cui è diventato famoso un po’ ovunque.