Montagne russe per la Roma in questo inizio di campionato. E domenica si gioca Cagliari–Roma. Il ritorno di Zeman ha riportato entusiasmo nella tifoseria, che però si trova già in balia degli sbalzi d’animo della squadra. Il bilancio è in equilibrio: vittoria pareggio e sconfitta, con uno score tipicamente zemaniano di sette gol fatti e sei subiti. Nella centrifuga di indicazioni agrodolci espresse sul campo dalla Roma spiccano le forze nuove del centrocampo. Nelle prime tre giornate Zeman ha lanciato nell’undici titolare Alessandro Florenzi e Panagiotis Tachtsidis, leva calcistica del ’91. I due ragazzi stanno rispondendo bene alla chiamata del tecnico, a discapito di alcuni colleghi più quotati come Miralem Pjanic. Il bosniaco, acquistato l’estate scorsa per undici milioni di euro, sta vivendo un avvio di stagione un pò appannato, condizionato da fastidiosi problemi fisici. Recentemente attorno a Pjanic hanno ripreso corpo le voci di calciomercato: già ad agosto il Barcellona ha presentato un’offerta per acquistarlo (si parlava addirittura di 25 milioni di euro), mentre negli ultimi giorni sembra che il Tottenham sia tornato a farsi sotto. Tra incertezze tecniche e dubbi di calciomercato la posizione di Pjanic potrebbe cambiare nei prossimi mesi: per valutarla meglio ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Damiano Tommasi, storico centrocampista della Roma allenato da Zeman nel biennio 1997-1999, ed attuale presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. Ecco le sue impressioni:
Tommasi, crede che l’emergere di Florenzi e Tachtsidis potrebbe penalizzare Pjanic? Stiamo parlando ad inizio campionato, di una squadra che ha cambiato allenatore e modulo. Credo che il posto non sia assicurato a nessuno in questo momento, ma questo non è necessariamente uno svantaggio.
In che senso? Questo dà la possibilità a tutti di emergere, e di prendere confidenza con il modulo. Non credo che ci sia un giocatore più o meno penalizzato dal rendimento dei compagni. Poi il mister lo conosciamo: la sua formazione rispetta sempre lo stato di forma dei giocatori.
Lei ha ricoperto il ruolo di interno di centrocampo con Zeman: cosa vi chiedeva? I due interni di centrocampo devono collaborare molto coi rispettivi esterni d’attacco, oltre che coi terzini: in questo triangolo devono assicurare copertura e insieme profondità alla squadra. Servono giocatori di assoluto movimento e con capacità d’inserimento particolari, poi in mezzo a loro dev’essere bravo il centrocampista centrale a dare equilibrio.
Ritiene che Pjanic abbia le caratteristiche che ha indicato? Più avanti non potrebbe giocare, perchè nel gioco di Zeman non c’è il trequartista. Pjanic ha il vantaggio di poter essere pericoloso inserendosi in attacco: giocando in quel ruolo offre un’opzione offensiva in più.
Col Bologna il bosniaco è parso un pò incerto: quale può essere il problema?
Si deve solo abituare al ruolo e soprattutto ai movimenti suoi, che deve rispettare, e dei compagni. Credo che sia solo questione di tempo.
L’inizio di Florenzi l’ha sopresa? Sta facendo bene in un ruolo che come abbiamo visto non è facile. Sta giocando con l’entusiasmo giusto, aiutato dal fatto che Zeman gli dà fiducia e lo responsabilizza. Giocare a San Siro come ha fatto lui è indicativo del valore del giocatore, che già l’anno scorso aveva fatto vedere buone cose ma con un’altra pressione psicologica. Credo che proseguirà su questo rendimento anche nel prossimo futuro.
La Roma può davvero puntare ai primi tre posti? Penso che la sconfitta col Bologna non scalfisca le aspettative della Roma. Quest’anno la squadra ha il vantaggio di non disputare le coppe: un allenatore come Zeman sfrutterà ancora di più questo fattore.
(Carlo Necchi)