Sempre più delicata la situazione in casa Roma. La bruciante sconfitta contro la Juventus (clicca qui per il video della partita) ha messo a nudo tutte le problematiche della squadra di Zeman. La difesa fa acqua, il centrocampo non assicura la dovuta copertura e anche in attacco si fa fatica. La Roma ha iniziato piuttosto male il nuovo campionato: nelle sei giornate iniziali è arrivata solo una vittoria sul campo, quella contro l’Inter per 3-1 (l’altra, contro il Cagliari, è stata decretata a tavolino dal giudice sportivo). Una prestazione come quella di sabato lascia praterie di campo anche ai dubbi sulla validità del progetto imbastito in estate. Secondo Zeman però il problema sta altrove: dopo la sconfitta il tecnico ha dichiarato di non vedere in campo nulla di ciò che chiede ai suoi ragazzi. Alcuni giocatori non stanno rendendo al cento per cento, o addirittura, per usare le parole di Walter Sabatini, sono stati sopravvalutati. Siamo ancora a settembre ma il giorno del giudizio sembra già arrivato per la Roma che pur senza impegni di coppa sta facendo grossa fatica in campionato. Per analizzare questo momento difficile abbiamo intervistato in esclusiva Ezio Sella, vice allenatore della prima Roma di Zeman (nel biennio 1997-1999) oltrechè negli anni successivi (2001-2004). Ecco le sue impressioni:



Mister, Zeman dice che i giocatori rendono al dieci per cento: dove sta il problema? Lui ha detto che i giocatori non fanno, o meglio non riescono a fare, gran parte di ciò che preparano in settimana. Non significa che non fanno il loro dovere al cento per cento.

Qual è il nodo della questione? E’ un problema di assimilazione di quello che vuole Zeman. Diversi giocatori ancora non hanno capito qual è la sua filosofia di gioco. S’impegnano, lavorano molto in settimana, e questo lo so per certo, però ancora non sono riusciti ad assorbire bene le richieste del tecnico.



Sabatini ha detto che forse qualcuno è stato sopravvalutato: vede qualche giocatore inadeguato? Mi sembra che tutta la squadra sia in difficoltà. Ho visto una squadra lunga, lenta, compassata: sinceramente non la riconosco come una squadra di Zeman, se non a tratti. Sicuramente questa non è la Roma a cui sta lavorando l’allenatore.

La fase difensiva sembra totalmente assente: è preoccupato? Non dobbiamo ridurre la fase difensiva alla difesa. La fase difensiva si fa in undici: è chiaro che con la Juventus la Roma non ha giocato da squadra. La squadra fa fatica a difendersi ma questo deriva da difficoltà che coinvolgono tutti i reparti. Bisogna anche dare grande merito alla Juventus, ma contro di loro bisogna difendere ed attaccare in undici, se no si perdono gli equilibri.



In questo senso sarebbe stato meglio mantenere De Rossi al centro delle operazioni, invece che defilarlo nella posizione d’interno? Tachtsidis è stato spazzato via… Non credo che questo abbia influito in maniera determinante. Ieri è stato l’insieme della Roma che non ha dato quello che poteva: si poteva anche cambiare l’ordine dei fattori, ma giocando così il risultato non sarebbe cambiato. Sono convinto che sia un discorso globale.

Lei ha vissuto dal di dentro la prima esperienza di Zeman a Roma: cosa chiede il boemo ai giocatori? Le squadre di Zeman all’inizio fanno sempre un pò fatica soprattutto sotto l’aspetto fisico. Lui usa carichi molto pesanti inizialmente, e in particolare quando ha a che fare con molti giocatori nuovi, come quest’anno, questi possono fare molta fatica perchè non sono abituati.

Anche allora erano sorte difficoltà del genere? 

Mi ricordo che nel suo primo anno a Roma facemmo fatica nelle prime partite, anche se con risultati un pò diversi. Sono convinto che tra un paio di partite vedremo la squadra al meglio sotto il profilo atletico, e a quel punto si vedrà un gioco migliore.

E’ fiducioso per il prosieguo del torneo? La parola scudetto è già stata bandita… Sì, sono fiducioso perchè sono sicuro che la squadra può assorbire le indicazioni di Zeman e fare molto meglio. Credo ancora che a livello di parco giocatori la Roma non è inferiore a nessuna squadra, a parte Juventus e Napoli.

In queste prime giornate è nato una sorta di “caso Destro”: per lei può giocare assieme ad Osvaldo o no alternativi? Che giochino insieme è possibile, l’importante è che entrambi capiscano che, se stanno in determinate zone del campo, non basta offendere ma devono anche aiutare nella fase difensiva. E’ una questione di testa, non di caratteristiche.

 

(Carlo Necchi)