. Stekelenburg è ormai un caso a Trigoria. A confermarlo anche quei colleghi che si sono aggregati in questi giorni al ritiro invernale di Orlando. Il portierone olandese sta bene in gruppo, ha legato coi compagni ma è evidente una spaccatura con lo staff dirigenziale e col tecnico, Znedek Zeman. Come ha già abbondantemente detto anche il suo agente, Stek non ci sta a fare da secondo e vuole cambiare aria. Fin qui potrebbero anche essere tutti bene o male d’accordo. Il problema è la destinazione. L’olandese, dopo un anno di assestamento, è contento della scelta italiana, così come la moglie. Abituato ad Amsterdam preferirebbe di gran lunga la città di Milano a Roma. Per questo sta spingendo ormai da 15 giorni per trasferirsi al Milan che cerca un portiere titolare per sostituire Amelia e Abbiati. La Roma da questa operazione non vuol perderci un euro e quindi vuole evitare minusvalenze. Il Milan è forte degli incassi derivanti dalla cessione di Pato (aspettando i soldi per Robinho) ma non vuole investirli ora sul portiere. Per questo motivo ha proposto a Walter Sabatini la solita formula. Prestito con obbligo di riscatto. La Roma non vuole accontentare Stekelenburg: ritiene sbagliato in questo momento andare a rafforzare una concorrente per la Champioms in un ruolo così delicato come quello del portiere. Anche Franco Baldini, forte dei suoi buoni uffici in Inghilterra, nel ritiro di Orlando ha provato a parlare col calciatore e a proporgli di trasferirsi all’Arsenal. Una soluzione prestigiosa, ma che Stekelenburg e il suo entourage per ora hanno gentilmente rifiutato. La Roma ha bloccato la cessione e sta pensando di trattenere l’olandese cedendo al suo posto Lobont che va in scadenza di contratto a giugno. La partita, però, è solo alle primissime battite. E il braccio di ferro continua.