E’ iniziata alle 14.30 a Trigoria la partita di andata delle semifinali di Coppa Italia tra Roma e Napoli Primavera. Per la gara più delicata della stagione, il tecnico giallorosso Alberto De Rossi deve fare i conti con una rosa ridotta all’osso in cui si contano ben dieci assenze, mentre nella formazione partenopea Saurini ha dovuto rinunciare a Scielzo e a Allegra, entrambi squalificati, preferendo quindi al loro posto Tutino e Lasicki. Match che si mette già in salita per la Roma, che chiude la prima frazione di gioco sotto di una rete siglata a metà del primo tempo da Palma. I giallorossi, detentori del titolo, ovviamente già sapevano che contro il Napoli non sarebbe stata una passeggiata: gli azzurrini al momento comandano infatti la classifica Primavera con 33 punti, seguiti dal Catania a 33. La Lazio segue a tre lunghezze di distacco, seguita dal Palermo a -4 e proprio dalla Roma di De Rossi a -6, quinta in classifica e raggiunta recentemente dall’Ascoli. Il Napoli, giunto alla sfida odierna contro la Roma dopo aver dominato la precedente gara con il Crotone, realizzando per altro sette reti (contro le due avversarie) grazie al poker firmato da Scielzo e la tripletta ad opera di Novothny, chiude i primi quarantacinque minuti del match in vantaggio di una rete. Un primo tempo non certo entusiasmante, caratterizzato da poche giocate e offensive piuttosto timide da parte di entrambe le formazioni, ma la squadra partenopea ha saputo per il momento concretizzare al meglio un pasticcio difensivo avversario. Durante lo svolgimento di un calcio d’angolo, infatti, la palla carambola in area giallorossa e nessun difensore riesce a mettere fuori un pallone insidioso: la sfera viene dunque agganciata da Palma che, da due passi, calcia e insacca alle spalle dell’incolpevole Svedkauskas. La Roma prova a reagire ma, come prima della rete avversaria, fatica non poco a costruire il proprio gioco all’interno dell’area napoletana e soprattutto a concretizzare verso la porta difesa da Crispino. L’arbitro Sacchi della sezione di Macerata, che oggi dirige la gara, manda entrambe le squadre negli spogliatoi senza neanche concedere (giustamente) il recupero.



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