Roma. Archiviato il malanno di Pablo Osvaldo, la Roma si trova ora a dover gestire il “problema” Mattia Destro. E questa volta il mal di pancia pare che sia vero e non una delle solite forzature di certa stampa romana, come invece era avvenuto nel caso dell’attaccante italo-argentino. A inaugurare ufficialmente la crisi tra la Roma e l’attaccante ex Siena ci ha pensato, con abilità chirurgica, il procuratore del giocatore, Renzo Contratto, che ai microfoni dei colleghi di SpazioMilan.it  si è detto lusingato delle avances del presidente Silvio Berlusconi e non ha perso l’occasione per ribadire i tanti (troppi) “dolori” del giovane Mattia in quel di Roma. Un’uscita non casuale, ma  solo l’ultima di una lunga serie che fa pensare a una chiara strategia dell’entourage del giovane attaccante. Dopo aver osservato ed ascoltato più fonti, abbiamo provato a ricostruire quali manovre stiano avvenendo intorno a Destro e chi siano i reali manovratori. Per capire la situazione di oggi, occorre però tornare per un attimo all’estate scorsa. Durante la triangolazione Roma-Genoa-Destro, gli “assistenti” del giocatore provarono più volte a rompere coi dirigenti giallorossi facendo infuriare il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, e mettendo pure in imbarazzo Mattia, che a un certo punto si trovò quasi “incastrato”. Allora, l’azione di disturbo ai danni della Roma non fu della Juventus (che era la seconda scelta del giocatore), come invece scrissero ripetutamente i giornali, ma del Milan che d’accordo con gli uomini di Destro provò ad inserirsi nella trattativa ormai definita tra Roma e Genoa. Adriano Galliani fece un blitz a Forte dei Marmi dove provò a convincere il suo compagno di vacanze, Preziosi, a fare uno scherzetto alla Roma. Preziosi, divertito della cosa, “denunciò” pubblicamente il tentativo di sabotaggio del Milan (e degli agenti di Destro) e ribadì la sua ferma volontà di mantenere la parola data a Walter Sabatini, ds giallorosso. A quel punto Contratto, “sbugiardato” dal presidente del Genoa e “richiamato” dal suo assistito, fu costretto a innescare la retromarcia e a chiudere l’accordo coi dirigenti giallorossi. Sembrava un capitolo chiuso. Ma questi primi mesi di Destro alla Roma non sono andati come tutti ci si aspettava, complice il salto in una big come la Roma e la vita in una metropoli come la Capitale, i pochi minuti sul campo concessigli da Zeman e la scarsa vena realizzativa della punta marchigiana. Tutti ingredienti che sono andati di traverso al giovane attaccante che ha cominciato a lamentare qualche mal di pancia di troppo. Senza mai esagerare, a dire il vero. Ai suoi “assistenti”, però, non è parso vero di poter rimettere in discussione l’operazione di quattro mesi fa. E così ci hanno messo del loro, aiutati e amplificati da certi media, per fare nascere un caso. E sembra proprio che siano riusciti nel loro intento. Fino a far scomodare persino un Silvio Berlusconi impegnatissimo a fronteggiare Mario Monti per la guida del Paese. Ci risulta però che la manovra abbia…  



 

…attecchito (per ora) solo a livello mediatico. Destro non è rimasto folgorato dagli elogi dell’ex premier e ha ribadito ai dirigenti della Roma la volontà di proseguire la sua avventura in giallorosso. Colpito positivamente dalle attenzioni del presidente Jim Pallotta durante la vacanza “premio” a Orlando e dal sostegno di compagni e dirigenti. Quindi chi vuol continuare a “giocare” stia ben attento perché rischia di trovarsi senza giocattolo. Per Destro oggi la Roma non è un gioco e vale molto di più di un “Contratto”.               



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