UniCredit-James Pallotta, ci sono i presupposti per definirlo uno scontro. Nelle ultime ore il presidente americano della Roma aveva emesso un nuovo comunicato ufficiale, in cui smentiva la possibilità che un socio cinese, identificato nel magnate del turismo Chen Feng, potesse acquistare una quota del pacchetto azionario della Roma. Contestualmente Pallotta accusava la banca UniCredit, che secondo le indiscrezioni (confermate dal fondo bancario) dovrebbe cedere la sua quota di azioni alla nuova cordata orientale. Ebbene ora UniCredit ha risposto al presidente romanista con il seguente comunicato: “La banca conferma che sono attualmente in corso discussioni con un investitore interessato a rilevare una quota della partecipazione detenuta dall’Istituto nella società che controlla la A.S.Roma. (…) Unicredit non intende commentare quanto affermato dal Sig. Pallotta e si limita a sottolineare che il comunicato diffuso la mattina di giovedì 21 novembre è stato emesso in conformità con le normative in materia di società quotate“. Si parla molto in questi giorni del possibile ingresso in società del nuovo socio cinese: Pallotta smentisce, UniCredit conferma, la situazione resta poco chiara. Inizialmente la notizia era stata accolta positivamente, anche in relazione all’aiuto che la cordata entrante potrebbe fornire per la costruzione del nuovo stadio della Roma. Sul sito della squadra erano apparse le prime dichiarazioni in merito dello stesso Pallotta, che in data venerdì 22 novembre affermavano: “Siamo fortunati ad essere i custodi di una grande organizzazione che attira gli interessi di persone che vorrebbero entrare a farne parte. (…) Non abbiamo una lente d’ingrandimento speciale sulla volontà di UniCredit di vendere la sua quota o sulle sue trasparenti ragioni per un dialogo pubblico, perciò gradiremmo che voi aspettaste le prossime notizie per apprendere di più sulla vicenda“. I toni successivi del presidente sono stati più secchi, e soprattutto di smentita verso il possibile trasferimento di azioni dalla banca ai cinesi.