L’esonero di Zeman non è uno di quelli che passa inosservato, anzi potremmo dire che è stata la vera notizia calcistica della giornata. L’esonero del tecnico boemo dalla panchina della Roma ha scosso il mondo del pallone, anche se dopo l’esito di Roma-Cagliari non ho stupito nessuno. Una prestazione inguardabile dei giocatori della Roma, soprattutto quella del portiere uruguaiano Goicoechea. La sua papera ha fatto il giro del mondo: il portiere scelto proprio da Zeman per vestire la maglia di titolare ha tradito la fiducia del tecnico boemo. I vertici giallorossi si sono riuniti e hanno deliberato l’esonero di Zeman. La Roma è stata affidata ad Aurelio Andreazzoli, già vice ai tempi di Spalletti e attualmente collaboratore dell’area tecnica, che potrebbe rimanere fino a giugno. Dopo Luis Enrique la società giallorossa non ha trovato neanche in Zeman il tecnico ideale, capace di portarla ai grandi traguardi che questo club e i suoi tifosi meritano. Per Zeman finisce male anche la seconda esperienza come allenatore giallorosso. Per commentare il suo esonero abbiamo sentito Fabrizio Lorieri, ex Roma e portiere, che conosce molto bene proprio Aurelio Andreazzoli, di Massa come lui. Eccolo in questa intervista per IlSussidiario.net.



Cosa pensa dell’esonero di Zeman? Non conosco fino in fondo le motivazioni che hanno portato la Roma a questa scelta, anche se in effetti era già da una settimana che circolavano voci di questo suo possibile esonero.

Come mai secondo lei col Pescara è riuscito a vincere un campionato di serie B e ha trovato invece difficoltà alla Roma? Non posso sapere le cause di queste sue difficoltà, penso però che la sua stagione non sia tutta da buttare. Ha raggiunto la semifinale di Coppa Italia, ha lanciato tanti giovani, ha disputato anche delle partite molto belle. La carriera di Zeman oltre all’anno passato a Pescara ha regalato altri acuti importanti, come a Lecce e naturalmente a Foggia.



Quindi Zeman resta un grande allenatore? E’ un allenatore che ha fatto cose importanti, di cui si può o meno accettare la filosofia calcistica, ma che ha ottenuto buoni risultati. Forse a Roma, che è una grande piazza, non è così facile portare avanti le proprie idee come in altri club. C’è più pressione e maggiore aspettativa, ma c’è tanto tempo fino a fine stagione e la Roma mi sembra ancora in gioco per i traguardi più importanti.

Zeman aveva detto che questa era la sua ultima grande occasione. E’ d’accordo? Questo è quello che ha detto lui, ma non si può mai dire, potrebbe presentarsi un altra occasione importante per Zeman in futuro.



Il suo è forse un calcio troppo romantico, che non va bene per il campionato italiano? La sua filosofia del calcio è quella di segnare un gol in più dell’avversario. E’ tutto qua il modo di concepire questo sport da parte di Zeman.

Roma-Cagliari è stata decisa da una papera di Goicoechea: cosa pensa di questo giocatore, è possibile che capitino certe situazioni in una partita? Dico solo che io preferisco Stekelenburg, mi piace di più. Ma Zeman riteneva che Goicoechea fosse il portiere che più si adattava al suo modo di giocare e l’ha preferito.

Mettere in competizione due portieri per il ruolo di numero 1 non è rischioso?

Penso che sia proprio così, non dà tranquillità a un portiere questa competizione. Bisogna scegliere un titolare e una riserva. Non è comunque sufficiente essere il titolare per garantirsi la possibilità di scendere sempre in campo, bisogna fornire prestazioni sempre buone in ogni partita.

A lei sono mai capitate situazioni simili? Sì, c’è stata competizione con Marchegiani al Torino, con Cervone alla Roma.

La situazione di Stekelenburg negli ultimi giorni di mercato non è stata paradossale? Durante il calciomercato ci sta tutto, possono capitare anche situazioni del genere.

Cosa pensa del nuovo allenatore Andreazzoli? Lo conosco, è della mia città Massa. Lo stimo molto, è un allenatore molto valido, uno che sa di calcio, che è stato assistente di altri tecnici in passato, come Spalletti. Potrà fare molto bene. Ci sono ancora tanti obiettivi da conquistare.

 

(Franco Vittadini)