L’esonero di Zdenek Zeman fa parlare. Non solo negli ambienti romanisti, per cui figuriamoci quanto a Roma la questione sia dibattuta. Non poteva mancare la reazione dell’ex presidente giallorosso Rosella Sensi, che aveva vissuto la prima epopea del tecnico boemo tra il 1997 e il 1999, quando alla guida della società c’era il padre Franco. Nel corso della trasmissione “Novanta Minuti” su Rai Sport, la Sensi ha difeso Zeman: “I numeri non giustificavano l’esordio, non conoscendo la situazione interna mi permetto di dare il mio parere; Zeman va sempre protetto per la sua storia, io non l’avrei esonerato”. Poi ha detto la sua sulla querelle eterna: in estate la Roma aveva messo gli occhi su Vincenzo Montella, sembrava fatta ma poi saltò tutto. “Io avrei continuato con Montella già lo scorso anno, ma non significa che non avrei scelto Zeman, che conosco e stimo, ritenendolo un ottimo allenatore; ma avrei iniziato un percorso con Montella e i giovani. Le parole di Sabatini? I panni sporchi si lavano in casa”. Adesso c’è Aurelio Andreazzoli in panchina, un’altra persona che Rosella Sensi conosce molto bene: “E’ un grande professionista, silenzioso ma sempre presente. Lo ricordo con Spalletti, fu determinante. Ora ha una grande responsabilità”. La Sensi ha poi continuato a tutto tondo, parlando di Daniele De Rossi: “E’ forte ma sensibile, per rendere al meglio deve sentirsi in un certo modo e probabilmente lui si è sentito demotivato”. Chiusura con una battuta sulla società: “Non conosco la società, ma dico che la proprietà deve essere un punto di riferimento nei confronti dei tifosi. La Roma si vive tutta al settimana, va sentita con passione. Mi auguro che Pallotta ce l’abbia, anzi sono sicura di sì, ma è troppo lontano”. Già: forse a ben guardare il vero problema della Roma è stato proprio questo. Ma adesso inizia un’altra sfida, l’ennesima.