Finalmente è arrivata la convocazione in Nazionale per Alessio Cerci, giocatore del Torino cresciuto nelle giovanili della Roma e talento atteso da anni al salto di qualità. Con Ventura sembra aver trovato la sua consacrazione definitiva e aver modulato quel carattere tutto genio e sregolatezza che gli aveva finora bloccato la carriera. Di Cerci si parlava bene anche quando era alla Fiorentina e suscitò l’interessamento di Roberto Mancini e del Manchester City, ma non se fece nulla. Ora alla Roma c’è chi rimpiange di aver perso un giocatore così pieno di talento: non tutto è perduto però perchè è stato lo stesso Cerci ad affermare che gli piacerebbe un giorno tornare a vestire la maglia giallorossa. Potrebbe essere un giocatore importante per questa Roma che vuole inseguire traguardi di valore, intanto si gode questa sua prima convocazione in Nazionale. Giovedì potrebbe giocare addirittura col Brasile. Per parlare di Alessio Cerci abbiamo sentito Ferruccio Mariani, allenatore che lo conosce bene. Eccolo in questa intervista per IlSussidiario.net.



Cosa ne pensa di questa esplosione di Cerci? Non mi meraviglio per niente della sua esplosione. Era già un campioncino quando io andavo a vederlo giocare per i ragazzi della Roma. Lui del 1987 teneva testa a quelli della classe del 1985. Si vedeva che aveva quel talento che gli ha permesso di diventare un ottimo calciatore.
Quali sono le sue doti principali? Il dribbling e la velocità sono caratteristiche del suo modo di giocare. Dribbling ubriacante, da grande giocatore come sta diventando. Ricorda in questi gesti tecnici un grandissimo campione del calcio come Bruno Conti.

Come è cambiato tatticamente nel corso di questi anni? Prima era forte solo nella fase d’attacco, adesso è forte sia nella fase difensiva sia in quella d’attacco. In questo senso è migliorato molto. E’ diventato un giocatore molto più completo, al servizio anche della squadra.

Merita questa convocazione in Nazionale? Assolutamente sì. In un momento poi in cui mancano grandi giocatori in Italia, potrebbe essere molto utile.

Il problema può essere però nel suo carattere? Direi di no, visto che il suo carattere riflette un po’ l’età in cui è. Quando si è giovani si tende a fare cose che poi col tempo si evita di compiere. A poco a poco acquisterà maturità.

Meglio stella nel Torino, o giocatore comprimario nella Roma?

Credo che se andrà a giocare alla Roma potrà diventare un calciatore importante, uno di quelli che potrebbe aiutare questa squadra a cogliere risultati di valore.

Cosa pensa del suo desiderio di voler tornare a giocare per la squadra giallorossa? Capisco questa sua scelta, visto che quando sei romano e cresci nella Roma il desiderio di tornare a giocare per i giallorossi è normale.

Quanto è stato importante Ventura nella carriera di Cerci? Direi molto, visto che l’ha allenato in diversi momenti della sua carriera. L’ha valorizzato, l’ha fatto crescere, gli ha dato tanta fiducia e Cerci l’ha ripagato fino in fondo.
Diventerà quindi un campione del calcio italiano? E’ quello che appunto mi auguro, perché di giocatori come Cerci ne nascono pochi.

 

(Franco Vittadini)