La Lazio batte 1-0 la Roma e si garantisce la Final Eight di campionato. Con il successo di oggi, i biancocelesti salgono infatti al primo posto in classifica nel girone C, affiancando il Catania: con tre giornate ancora da giocare, sembra difficile che la squadra di Alberto Bollini si faccia scappare una delle prime due posizioni, mentre la Roma adesso deve lottare per non uscire dai primi cinque posti (dovrebbe comunque avere accesso ai playoff).
La gara si è sempre mantenuta piacevole e scorrevole, anche se spesso e volentieri i ritmi alti hanno tolto qualcosa alla qualità e alla precisione delle giocate. Forse meglio il primo tempo come numero di occasioni e trame delle due formazioni, però gli ultimi minuti della ripresa hanno visto una Roma che si è lanciata in avanti con buona lena e una Lazio capace di fare male in contropiede.
La sua partita l’ha fatta, ma in generale non ha saputo contrastare l’avversario e la sconfitta può dirsi meritata, perchè davanti è mancata la giusta lucidità sotto porta e la manovra è stata troppo frammentaria e non in linea con le qualità che i giocatori di De Rossi possono avere. Tanta sfortuna sulla traversa per Yamnaine, poi parecchia indecisione e fretta.
Dimostra con i fatti che in questo momento vale più dei rivali cittadini. La vittoria arriva grazie a un episodio, ma nel complesso i ragazzi di Bollini sono stati meglio in campo, coprendo gli spazi e risultando pericolosi in contropiede ed efficaci a centrocampo. Poi, in una partita equilibrata quello che fa la differenza può essere proprio un episodio, il confine è il riuscire o meno a sfruttarlo.
Sembra prendere tutte le decisioni giuste, ammonisce quattro giocatori che meritano la sanzione ed evita che la partita si incattivisca parlando sempre con i giocatori e richiamando in un’occasione anche i capitani per distendere un clima che comunque non si è mai incattivito.
Non è lui il responsabile della sconfitta, il tiro di Keita è imparabile e anzi lui salva benissimo su Tounkara lanciato in contropiede, poi sempre attento sulle uscite.
Inizio arrembante, sale molto per farsi vedere, poi soffre tanto Keita che non gli permette di essere l’uomo in più nella metacampo offensiva.
In affanno nel primo tempo, regala un pallone sanguinoso a Lombardi che non sfrutta. Cresce nel secondo tempo, prendendo in mano il reparto. Sbaglia un gol di testa.
Preferito a Calabresi, gioca con il fisico per limitare Lombardi e più o meno riesce nell’intento, si segnalano poche pecche.
Prende una traversa che trema ancora: sfortunatissimo. Bel duello con Pollace che perrò gli è superiore, ha il merito di non arrendersi mai.
Cerca di arginare il centrocampo della Lazio, ci riesce solo in parte; si allarga per trovare palloni giocabili, gara difficile.
Sotto i suoi standard abituali, un solo guizzo in mezzo e nient’altro, doveva essere il faro della squadra e invece viene sostituito.
( Non dà il cambio di ritmo che De Rossi si aspettava, anzi sbaglia anche qualche cambio di gioco)
Cresce con il passare del tempo, alla fin fine la sua prova è sufficiente ma non fa mai qualcosa che possa essere ricordato.()
Doveva essere il faro offensivo, finisce per giochicchiare sulla trequarti senza trovare spazi, ben imbrigliato non fa la differenza.
( Appena entra la Roma prende gol: si fa dura per lui, che però cerca di giocare semplice senza perdere la calma)
Dal primo al novantesimo più recupero, lotta come un leone senza arrendersi mai, in dribbling o di forza, un moto perpetuo che avrebbe meritato migliore assistenza.
Il solito dilemma: lasciato troppo solo o incapace di dialogare con i compagni? Tiene pochi palloni, prova un paio di conclusioni che però escono deboli. A tratti, la Roma gioca in 10.
Para anche su Carboni in fuorigioco: ultima perla di una partita in cui non si fa mai trovare impreparato. Può essere il futuro della prima squadra.
Una gran bella partita: costringe Yamnaine a ripiegare, lo punta spesso e sfiora anche il gol, dietro concede pochissimo. Prova di maturità.
Soffre e sbaglia un paio di disimpegni, ma nel complesso se la cava riuscendo ad annullare Ferrante e compagni.
Leggermente meglio del compagno, dimostra di essere sempre attento e di non andare mai sotto contro gli avversari.
In ombra, forse perchè la Lazio gioca poco su di lui. Si nota davvero in occasioni sporadiche.
Vivace all’inizio, si nota però solo per un destro che finisce alle stelle. Contributo scarso alla vittoria.
( Dà peso specifico all’attacco biancoceleste, vince battaglie fisiche ma sa anche usare il fioretto. Cambio azzeccato da Bollini)
Regista a tutto campo, lo si trova anche sull’esterno pur di dettare i ritmi. Sbaglia davvero poco, ha già una maturità da grande.
Inizio così così, progressivamente si spegne, prende anche una botta che ne limita il rendimento finchè non viene sostituito.
( Senza strafare, si posiziona sulla destra e tiene botta, cercando di alleggerire la pressione)
Prova faticosa, cerca di giocare tra le linee ma trovando poco spazio tende ad allargarsi uscendo così dalla manovra. Meglio con il 4-3-3 classico.
Prende tante botte, ma ne dà anche. Svedkauskas gli nega il gol, gioca più che altro per la squadra e gli effetti si vedono. Generoso. ()
Decide la partita con un sinistro imparabile, ma fin dall’inizio è il più brillante dei suoi. Scalda subito le mani a Svedkauskas, poi è un profluvio di scatti e dribbling senza un attimo di pausa. Instancabile, e con qualità.
(Claudio Franceschini)
Marcatori: 64′ B. Keita
Svedkauskas; Somma, Carboni, Boldor, Yamnaine; Cittadino, M.Ricci (58′ Catania); F.Ricci (77′ De Santis), Bumba (64′ Ferri), Frediani; Ferrante. In panchina: Zonfrilli, Calabresi, Capradossi, Sammartino, Gonzalez, Battaglia, Pagliarini, N’Dah, Mazzitelli. All. A.De Rossi
Strakosha; Pollace, Ilari, Serpieri, Filippini; Antic (48′ Tounkara), Falasca, De Francesco (61′ Silvagni); Cataldi, Lombardi (85′ Vivacqua), B. Keita. In panchina: Di Piero, Scarfagna, Mazzei, Bilali, Pace, Luque, Paterni, Andreoli, Lucatelli, Bianchi. All. Bollini
Arbitro: Benassi
Ammoniti: Somma (R), Pollace (L), Lombardi (L), Carboni (R)