Fa male a Franco Baldini e Walter Sabatini il voltafaccia di Massimiliano Allegri. Era tutto pronto venerdì per chiudere con la firma un corteggiamento che durava dai primi giorni di marzo. Italo Zanzi, l’uomo di Pallotta a Trigoria, insieme a Mauro Baldissoni e a Claudio Fenucci aveva chiuso ogni dettaglio con l’avvocato del tecnico livornese. Tre milioni all’anno più premi (per un massimo di 3,5 mln) la cifra promessa, il secondo ingaggio più alto della serie A, dopo quello di Mazzarri all’Inter. Il tecnico livornese non è convinto della tenuta societaria della Roma, troppe teste pensanti, disorganizzazione, e incertezza nei pagamenti degli stipendi, come vociferano i più maligni. A questo punto per la panchina siamo tornati all’anno zero. La verità è che non esistevano piani, B,C, D, i dirigenti giallorossi erano certi di avere già in mano il loro allenatore. E questa volta ogni critica che gli viene rivolta dai giornali romani è ingenerosa. Avevano preso il meglio che c’era in circolazione. Ora però non c’è tempo di elaborare il lutto. Bisogna subito costruire un’alternativa che sia all’altezza tecnicamente ma anche a livello mediatico e di piazza. Dai rumors di calciomercato che ci arrivano sembra che la scelta di Sabatini sia per un mister italiano, e il ballottaggio è tra Stefano Colantuono, pupillo del ds romanista e già alle sue dipendenze a Palermo e Roberto Donadoni che piace molto anche a Baldini. L’ex tecnico della Nazionale è bravo a lavorare coi giovani e ha la giusta esperienza per una piazza calda come Roma. Colantuono è un emegente, ha fatto bene a Bergamo, è tifoso della Roma e amico di Totti e De Rossi. Entrambi sarebbero comunque due scommesse. Piace moltissimo ma spaventa l’opzione straniera: Bilesa. E’ ritenuto l’uomo giusto, un condottiero ma è troppo fresca la ferita del fallimento Luis Enrique.