Si è finalmente conclusa la telenovela legata al nuovo tecnico capitolino: Rudi Garcia allenerà la Roma per le prossime due stagioni. Dopo tante chiacchiere e indiscrezioni è arrivata ieri l’ufficialità, un biennale da 1,5 milioni di euro netti all’anno. Dopo Luis Enrique, Montella, Zeman e Andreazzoli, toccherà all’allenatore francese, ma di origini spagnole, riportare la società capitolina ai vertici del calcio italiano. Ma conosciamo meglio il nuovo condottiero della Lupa. – Nato e cresciuto vicino a Parigi, Rudi Garcia ha origini spagnole, precisamente andaluse. Quando può visita il villaggio dei nonni, la piccola Garrucha, dove fra flamenco, gamberi e sole, si rilassa nel vivo della sua vera terra. La musica e la danza scorrono nel suo sangue insieme al suo altro grande amore, il calcio. Da calciatore non ha avuto molta fortuna e la sua carriera si è interrotta all’età di 28 anni, per continui problemi fisici alla schiena che ne hanno condizionato in negativo le prestazioni in campo. Mai sopra le righe, Garcia si distingue per la sua professionalità e il suo carisma. In molti lo paragonano a Guardiola, tecnico mai al centro di polemiche e sempre attento alle dichiarazioni rilasciate. Con i calciatori non è un sergente di ferro e punta ad istaurare con loro un rapporto quasi famigliare: «Cerco di tenere il giusto mezzo – ha confessato un giorno – Discuto, consiglio, io correggo loro e loro correggono me. Con le mie figlie faccio lo stesso».



Dopo aver svolto anche il lavoro di giornalista e commentatore, la sua vera carriera da tecnico inizia nel lontano 1994 presso il Corbeil-Essones, anche se il primo grande incarico si materializza nel 2001 quando diventa l’allenatore del Saint Etienne dopo un breve passato da “tattico” e da vice allenatore. L’anno successivo, il 2002, passa al Digione, dove riesce a centrare la promozione in Ligue 1, e dove nel 2004 raggiunge addirittura la semifinale di Coppa di Lega. Lascia Digione nel 2007, dopo cinque splendidi anni, per trasferirsi al Le Mans. Qui la sua esperienza dura solo un anno prima di spostarsi al Lille al posto di Claude Puel e dove arriva la definitiva consacrazione: qualificazione all’Europa League al primo anno, e nel 2010-2011 vince la Coppa di Francia ma soprattutto il campionato, venendo eletto miglior allenatore della stagione. L’anno successivo non riesce a ripetersi ma raggiunge comunque il terzo posto, qualificandosi ai preliminari di Champions League. La stagione da poco conclusasi è la peggiore da quando siede sulla panchina del Lille: solo un misero sesto posto che esclude il club francese dall’Europa. E’ il preludio all’addio concretizzatosi nella giornata di ieri.



Rudi Garcia è un allenatore che predilige il calcio offensivo, ed è qui che si manifesta palesemente la sua origine iberica. Il suo maestro è Rafa Benitez (tecnico con cui ha un rapporto di amicizia e che casualmente ritroverà in Serie A quest’anno), ma ammira molto anche Guardiola, di cui ha studiato il famoso Tiki-Taka. I suoi schemi preferiti sono il 4-3-3 o il 4-2-3-1, modulo quest’ultimo che Mourinho lanciò in Europa vincendo appunto con quella disposizione tattica la Champions League 2009-2010. La Roma sta cercando di costruire a sua immagine e somiglianza la squadra del futuro, e gli arrivi probabili dei vari Digne, Cabaye, Matri, ma anche di Nainggolan e Benatia, ne sono una chiara conferma. Il centrocampo è il reparto che ha più a cuore, e per Garcia deve essere aggressivo, ma nel contempo fautore di gioco, e molto dinamico, senza dare troppi punti di riferimento agli avversari. E’ inoltre un manager che preferisce il collettivo alla stella, e c’è molta attesa quindi per capire come si relazionerà con Francesco Totti, leader in campo e fuori della formazione capitolina. E’ molto abile con i giovani, e Lamela, Florenzi e Marquinhos, giusto per citare i nomi più noti, potranno sicuramente giovare dell’arrivo di Garcia. Nel Lille ha lanciato ad esempio Eden Hazard, talentuoso trequartista che ha scalato in poco tempo le classifiche di gradimento, sbarcando quindi a Londra, sponda Chelsea, in cambio di 40 milioni di euro.

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