La Roma sembra molto vicina a Laurent Blanc: ieri sono anche arrivate indiscrezioni dalla Francia che volevano la firma in arrivo in serata. Non è stato così: evidentemente l’incontro di Walter Sabatini con il procuratore dell’ex CT della Francia non si è risolto con un accordo totale, anche se la proposta sul piatto c’è e la società sembra essere convinta della scelta. Tuttavia, a oggi l’annuncio non c’è, e allora qualche candidatura alternativa torna a galla. Per esempio quella di Rudi Garcia, che da quanto filtra da ambienti vicini a Trigoria sembra essere il preferito del direttore sportivo giallorosso. In molti si chiedono: chi è Rudi Garcia? Effettivamente si tratta di un nome nuovo, lontano dai riflettori e dagli elenchi dei grandi allenatori, estraneo fino a pochi giorni fa al valzer delle panchine che ha interessato tutta Europa. Scopriamo allora chi è la principale alternativa a Laurent Blanc. E’ suo connazionale: nato a Nemours, comune dell’Ile de France famoso per il suo castello. Classe 1964 – un anno in più di Blanc – possiamo quindi dire che faccia parte di una generazione di allenatori saliti alla ribalta negli anni Duemila (per fare un paragone: Mourinho è del 1963, Klopp del 1967, Conte del 1969). E’ stato un centrocampista che però come calciatore ha avuto poca fortuna: sei anni al Lille, tre al Caen, poi Martigues e Corbeil-Essonnes, lontano dai riflettori. Ritirato a 32 anni: come Michel Platini, di cui però non ha ripercorso la sua carriera. Come allenatore va decisamente meglio: inizia come preparatore tattico del Saint-Etienne, sotto la guida di Robert Nouzaret Lavora con giocatori come Vincent Pericard (toccata e fuga nella Juventus), Nestor Subiat (ex bandiera del Grasshoppers) e Aloisio, passato anche dal PSG. Diventa allenatore della squadra, ma non lascia il segno: già nel 2003 è al Digione, con cui a fine stagione centra una storica promozione nella Ligue 2 (la squadra era sempre rimasta nelle leghe minori) e addirittura alla semifinale di Coppa di Francia. Resta nel club fino al 2007, quando abbandona per una panchina più prestigiosa, quella del Le Mans. Anche qui centra la semifinale di Coppa di Francia, e ancora una volta si fa notare per un ottimo nono posto nella Ligue 1. La svolta arriva nel : con una scelta molto simile a quella fatta dal Barcellona con Guardiola lo chiama il Lille, che negli anni precedenti con Claude Puel aveva raggiunto gli ottavi di finale in Champions League e un terzo posto in campionato. Il club vuole la svolta, che arriva:
Subito la qualificazione in Europa League, che si chiuderà agli ottavi. Poi, una divergenza con Thuilot Xavier, il direttore sportivo, porta alle dimissioni: Rudi Garcia dimostra qui di non guardare in faccia a nessuno, e anche di essere un tecnico al quale si rinuncia difficilmente: il presidente lo richiama al suo posto. Accetta, ed è l’episodio che fortifica il gruppo: il Lille nel 2011 fa la doppietta, vincendo campionato e Coppa di Francia. Garcia viene nominato miglior allenatore della Ligue 1 ed è settimo nella classifica dei migliori tecnici al mondo. Tuttavia la favola finisce presto: il Lille comincia a vendere i pezzi pregiati e la squadra si indebolisce. Il girone di Champions League è un fallimento, e se in campionato si riesce comunque a centrare il terzo posto nel 2012, l’anno seguente (e siamo a questi giorni) il club è fuori dalle coppe europee. Tatticamente, Rudi Garcia è preparatissimo avendo iniziato, come detto, come preparatore. Gioca con un 4-2-3-1 che esalta la linea delle mezzepunte, ben protette da due mastini davanti alla difesa, con terzini che amano spingere sulle corsie e una punta solitamente statica, ma che sa proteggere il pallone e favorire gli inserimenti. Non è un caso che sotto la sua guida siano esplosi tanti talenti poi venduti con plusvalenze: nel Lille campione di Francia 2011 giocava gente come Eden Hazard (oggi al Chelsea), Gervinho (Arsenal), Mathieu Debuchy (Newcastle), Moussa Sow (Fenerbahce), Yohan Cabaye (Newcastle), Adil Rami (Valencia, cercato proprio dalla Roma: che sia una pista?) e Rio Mavuba, che piaceva molto alla Juventus neopromossa dalla serie B del 2007. Giocatori poco conosciuti che Rudi Garcia ha contribuito a far diventare grandi. Se la Roma gli darà fiducia, troverà un organico fatto di veterani e giovani promesse da “svezzare”; quello che lui aveva a Lille (dove c’erano Landreau e Obraniak, per esempio), pur se con ben altro tipo di pressioni. Sarà lui a guidare Totti e Marquinhos il prossimo anno?