Un’altra impresa per Francesco Totti, che martedì 30 settembre 2014 è diventato il giocatore con più anni a segnare in una partita di Champions League. E’ successo durante Manchester City-Roma (clicca qui per le pagelle e clicca qui per il video della partita), quando con un pallonetto delizioso il capitano giallorosso ha superato il portiere inglese Hart regalando ai suoi il punto dell’1-1, risultato poi definitivo. Ci si chiede cosa ancora possa fare Totti nel mondo del calcio, già saturo di sue prodezze: magari qualche altra vittoria con la Roma, per confermarsi tra i più forti calciatori di tutti i tempi. Per parlare di Totti ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva il suo ex compagno Abel Balbo, grande ex attaccante argentino.
Altro record per Totti, ora è il giocatore più vecchio ad aver segnato in Champions League… Francesco continua a confermarsi in tutte le partite che gioca, non solo a livello tecnico ma anche atletico ed è questa la cosa che stupisce, anche ieri a Manchester ha disputato un match ad alta intensità. Col passare degli anni ha acquisito quell’esperienza che lo ha ulteriormente completato, imparando a gestirsi al meglio in campo e fuori.
Quali sono i segreti della sua longevità? Ha una tenuta fisica straordinaria e in questo madre natura l’ha sempre assistito, è un giocatore fortunato oltre che eccezionale.
Fino a quando crede che potrà andare avanti a giocare? Dipenderà anche dagli eventuali infortuni, perché recuperare a trent’anni come lui ha già fatto è un conto, ma a quaranta è più complicato. Credo che se non ci saranno imprevisti potrà imitare il camerunese Roger Milla, che giocò fino a 44 anni.
Totti può essere un grande esempio per tutti i ragazzi che iniziano a giocare a calcio… Direi proprio di sì: è una persona semplice, che ha sempre amato il calcio fino in fondo impegnandosi tanto, e lavorando nel migliore dei modi.
Lei lo conosce meglio di altri, come lo descriverebbe? Posso confermare che è nonostante la sua bravura e la notorietà planetaria che ha raggiunto è rimasto sè stesso, una persona normale. Ama le battute in romanesco, non si è mai montato la testa anche se i motivi per farlo non gli mancavano.
Tecnicamente a quale giocatore del passato può assomigliare? Più che Maradona lo vedo più simile ad un giocatore come Pelè, rappresenta l’essenza del calcio.
Come è cambiato tatticamente da quando giocava con lei? Negli anni novanta era giovane e non aveva ancora assorbito i segreti del calcio, non era ancora “smaliziato”. Anno dopo anno si è adattato a squadre e schemi diversi, questo fatto di sapersi migliorare man mano lo ha reso così straordinario.
Dal punto di vista umano cosa le piace di più di lui? La grande umiltà che ha sempre avuto.
C’è qualche altro fattore che può aver contribuito al successo di Totti, alle sue imprese sportive? Penso che per lui la famiglia sia molto importante, lo ha accompagnato e tuttora lo accompagna nelle occasioni di tutti i giorni, sia nel calcio che nella vita. Questo aiuta Francesco a vivere le sue vicende sportive al meglio, sempre con serenità.
Lo sente o vede ancora qualche volta? Sì, quando vado a Trigoria ho modo di vederlo e di stare un pò con lui.
(Franco Vittadini)