La Roma continua a correre ma rischia di pagare a caro prezzo lo sforzo per ottenere un pur prezioso 3-1 in quel di Carpi. La sfida si decide nel finale con i gol di Dzeko – stavolta letale – e Salah, tra l’83° e l’85°. In precedenza erano andati a segno Digne con un gran tiro da fuori e Lasagna, su azione prepotente di Mbakogu. Infortuni però nel recupero per lo stesso Salah e Manolas, da valutare nelle prossime ore in vista della sfida al Real Madrid di martedì.
Crolla nel secondo tempo e in particolare nel finale, quando molla le briglie dopo oltre 70 minuti positivi e aggressivi. Vanificando una prestazione di livello.
Dimostra di credere nelle parole del proprio tecnico, che aveva rilasciato dichiarazioni ambiziose e belligeranti in settimana. Quarta vittoria di fila, la Champions torna obiettivo fattibile.
Un paio di episodi nelle due aree di rigore, in particolare quello del giallo a Mancosu, sono da rivedere. Ma sembrano starci, seppur complicate, le sue decisioni (la simulazione no, eccessiva ma comunque marginale).
Regge il punteggio di parità al Braglia dopo il primo tempo, nell’anticipo del venerdì. Si resta sullo 0-0 con un’accelerazione, dopo mezzora di vuoto – nell’ultimo quarto d’ora – quanto ad occasioni create. Segnali di risveglio per i giallorossi da Dzeko (voto 6), che dopo 30 minuti abbondanti da peggiore in campo indovina due ottime sponde per Salah (voto 6), il più vicino al gol: traversa allo scadere per l’egiziano, abile nel controllo e un po’ meno nel tiro ravvicinato.
Male invece i centrali di centrocampo di Spalletti, Vainqueur e Nainggolan (voto 5 in coppia), incapaci di soddisfare le richieste del tecnico e di costruire gioco. Anche per via del pressing alto del Carpi, molto ordinato e aggressivo. Spiccano per determinazione le prove di Gagliolo (voto 6,5) e Cofie (voto 6), tra i migliori. Protagonista del classico episodio arbitrale, invece, Mancosu (voto 5,5): contatto in area con Manolas (voto 5,5) negli ultimi minuti concitati di gioco, con Tagliavento che sembra fischiare il rigore per poi ripensarci e ammonire la punta ex Bologna. Ottima la prova di Mbakogu (voto 6), vertice offensivo in tutti i contropiede dei padroni di casa.
Considerando il tasso tecnico delle due squadre, buon primo tempo. Molto bene soprattutto la fase difensiva, almeno prima degli ultimi 10 minuti un po’ più rischiosi. Dzeko e Salah trovano poco spazio quando incrociano lui, sempre puntuale in chiusura. Soffre più dei due compagni di reparto e si becca anche l’ammonizione per fallo su El Shaarawy, sull’unica accelerazione del Faraone.
Lenta nell’impostazione e asfissiata dal Carpi, non basta quanto visto finora per i giallorossi. Se le sponde di Dzeko iniziano a essere efficaci, però, il secondo tempo può essere intrigante. Difficile trovare in singolo particolarmente positivo tra le fila degli ospiti. Optiamo per l’egiziano perchè è quello che si avvicina di più alla rete. Desaparecido, grande differenza rispetto al Perotti ammirato nei match di debutto. 45 minuti troppo timidi. (Luca Brivio)
Carpi
La Roma tira tantissimo in porta, dalla mezzora del primo tempo in poi, ma quasi mai con efficacia o pericolosità. E’ il meno colpevole, in generale, di tutta la difesa.
El Shaarawy gli regala un primo tempo molto agevole. Quando si allarga Perotti invece le difficoltà aumentano.
Il migliore dei suoi fino a quando Salah non decide di lasciarlo sul posto per servire a Dzeko il pallone decisivo per il 2-1. Peccato per lui, che macchia la sua prova.
In perenne difficoltà su Salah, soprattutto nella ripresa. Esce con le ossa rotte dal duello.
Dzeko con il passare dei minuti diventa dominante in area e negli ultimi metri, vicino alla porta. E il Carpi paga a carissimo prezzo la verve del bosniaco, che rientrerebbe sotto il suo controllo.
Già nel primo tempo era sembrato un po’ in affanno, una sensazione che conferma nella ripresa, su tutti i singoli giallorossi che lo puntano.
Corsa a tutto campo, riesce a inibire il trottolino Nainggolan con merito.
Discreta la quantità offerta, ma da lui Castori si aspetta anche e soprattutto quelle giocate che mancano ai compagni. Ed oggi non si vedono nemmeno da lui.
Incontrista di grande corsa, fastidioso, disputa una buona prova con Cofie in mezzo al campo.
Rischia di procurarsi un rigore che poi Tagliavento “auto-annulla”. Si sacrifica con ottima indole ma staziona lontano dalla porta.
Migliore dei suoi per generosità e movimento perpetuo, che disturba enormemente Rudiger e Manolas. Assist per Lasagna sull’1-1.
Conferma il momento di grazia, entra e tocca il primo pallone del suo match trasformandolo nel gol del pari.
Vivace nel finale infuocato, anche se si gioca molto di più dall’altra parte del campo rispetto a dove agisce lui.
All.CASTORI 5,5: Se la partita fosse finita al minuto 30, sarebbe stato da 8. Purtroppo per lui ci sono altri due tempi da mezzora l’uno da affrontare… E l’ultimo gli è fatale.
Roma
Chiamato in causa pochissimo dagli avanti del Carpi, sempre attento in uscita.
Non si mette in evidenza per la consueta tecnica associata alla corsa, anzi disputa una partita senza infamia e senza lode. Ma può bastare per l’occasione.
Sfigura anche stasera, facendosi beffare da Mbakogu. Non bene.
Contagiato dallo spirito confusionario del compagno di reparto, si agita ad ogni affondo di Mbakogu. E chiude con un infortunio che fa tremare Spalletti.
Gol all’andata e sigillo anche al ritorno, sempre contro il Carpi. Stavolta con un mancino dalla distanza e di apprezzabile fattura balistica.
Pressato ossessivamente da Cofie, perde spesso lucidità. Nel complesso sufficiente.
Meno convincente di altri singoli giallorossi, per essere generosi. Si limita ai passaggi orizzontali, non può bastare.
Giustamente sostituito da Spalletti all’intervallo, era fuori dal match.
Lui invece si rifà a partire dal minuto 46. Spostato a sinistra crea spesso la superiorità.
La palma del migliore in campo è in condivisione con Dzeko. Assist e gol, quando lui accelera e diventa decisivo, la Roma vince.
Da campione qual’è, non può arrendersi al brutto anatroccolo degli ultimi periodi e della prima mezzora. Infatti sboccia, tra sponde per i compagni e gol fondamentale, tramutandosi in cigno.
Non impressiona ma porta ordine in mezzo e il passaggio al 4-3-3 è una delle chiavi per la vittoria.
All.SPALLETTI 6: Tante difficoltà, il gioco che richiedeva lui con il 4-2-3-1 è rimasto nelle intenzioni e sulla lavagna. Bravo a cambiare in corsa il modulo e aiutato dagli spunti dei singoli.
(Luca Brivio)