La stagione di Formula 1 è finita da poco, ma la Ferrari per il 2019 è praticamente pronta e dalla galleria del vento arrivano i primi spifferi. La Scuderia di Maranello tace, anche perché prima bisogna fare ordine all’interno, e questo è un compito che spetta al presidente John Elkann. Ne parla il Corriere della Sera, secondo cui il nipote dell’Avvocato sta visitando con più frequenza Maranello. Visto che la Ferrari è il gioiello di famiglia, l’obiettivo è farla risplendere. Il suo compito è riportare serenità e compattezza nella squadra. Maurizio Arrivabene ha smentito spaccature nel gruppo e l’uscita del direttore tecnico Mattia Binotto, ma l’ingegnere dopo il Gp di Abu Dhabi ha chiesto e ottenuto un incontro con i vertici per capire come muoversi. Ha ricevuto offerte da diversi team, quindi dovrebbe restare fermo per un anno per il riposo forzato, ma preferirebbe restare per riportare il Mondiale in Italia. Ma per restare chiede chiarezza, tutela dei ruoli e serenità nell’ambiente. Non gli sono piaciute infatti le continue sottolineature sui limiti della macchina da parte di Sebastian Vettel e il team principal. Come se la sconfitta contro la Mercedes sia dipesa solo da questioni tecniche.



FERRARI, TRABALLA L’ASSE ARRIVABENE-BINOTTO

Sebastian Vettel

e Maurizio Arrivabene sostengono che la Ferrari non sia stata “dominante”e hanno ricordato come alcuni sviluppi non abbiano dato i risultati sperati. D’altra parte ci sono i troppi errori del pilota tedesco che hanno compresso in estate la corsa al Mondiale di Formula 1. Ci sono dunque divergenze di pensiero e stile, ed è questa distanza ad agitare la Ferrari. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, sarebbe sceso in campo anche Piero Ferrari per provare a mediare. Quindi il presidente John Elkann può scegliere se confermare Arrivabene e Binotto facendo tutti gli interventi del caso affinché lavorino con armonia. Del resto dal punto di vista tecnico le novità sono tante: cambia l’aerodinamica, così la Ferrari vuole ridurre il dominio Mercedes. E poi c’è Charles Leclerc, da testare e costruire con delicatezza. Se si conferma invece il pieno appoggio ad Arrivabene, si rischia l’addio di Binotto. L’alternativa è scaricare il team principal per proteggere il reparto tecnico, ma al momento la terza via, quella del “compromesso”, sembra la più ragionevole.



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