Olimpia Milano-Maccabi Tel Aviv è una grande classica del basket europeo. Ricordi dolcissimi per i tifosi milanesi, che non possono dimenticare le due Coppe dei Campioni (allora si chiamava ancora così) consecutive vinte contro gli israeliani nel 1987 e 1988. Però il presente è diverso: Milano è sempre una buonissima squadra, ma non domina più nemmeno in Italia, schiacciata dal predominio della corazzata Siena; il Maccabi, oltre a dominare un campionato israeliano che non ha mai storia, è invece ancora una delle super-potenze continentali, finalista della scorsa edizione della Eurolega. Per questo motivo iniziare il girone proprio contro il Maccabi era un bel test per l’Emporio Armani, e l’Olimpia l’ha superato alla grande. L’inizio, a dire il vero, è stato devastante: sicuramente pesava l’assenza per influenza di Mancinelli, mentre gli israeliani recuperano l’ex Lakers Farmar. Dopo pochi minuti tutto sommato equilibrati, con l’Armani in vantaggio 9-5 grazie all’ottimo inizio di Bourousis (tutti suoi i primi 9 punti milanesi), il Maccabi spacca la partita con un 14-0 devastante. La squadra di coach Scariolo risponde soprattutto con tre uomini: Gallinari, Rocca e Hairston. Il Gallo è il cecchino dei tiri liberi, Rocca è fondamentale sotto canestro e l’ex senese è il migliore in assoluto, mischiando potenza atletica, spettacolarità e tiro da 3. A metà gara avrà già segnato 12 punti, grazie ai quali la EA7 va in vantaggio di tre punti al riposo (41-38). Il terzo quarto è tutto di marca Olimpia: eccezionale sempre Hairston, sia in attacco sia in difesa e pure come uomo assist (alla fine sarà il migliore assist-man della partita con 6), che riesce a far entrare in partita pure Nicholas. Gallinari invece si fa notare per i numerosi falli a cui costringe gli avversari, e di conseguenza per i molti tiri liberi a disposizione. Milano s’invola e chiude il terzo quarto a +13 (65-52), vantaggio che mantiene a inizio ultimo quarto. Però, quando mancano 8 minuti, si scatenano prima Blu e poi Eliyahu, che riportano il Maccabi a meno 4 (71-67). A quel punto sale in cattedra il Gallo: Danilo segna una tripla e innesca Cook, fin lì il peggiore: così l’Armani può chiudere i conti abbastanza facilmente e il pubblico (patron Giorgio Armani compreso) si alza tutto in piedi ad applaudire al suono della sirena: 89-82 il punteggio finale. Soddisfatto Scariolo perché la squadra “ha sempre puntato il canestro”, e il Gallo esalta l’ambiente: “Nostalgia di Denver? Pochissima”.
Hairston 25, Gallinari 23, Bourousis 13, Rocca 10, Cook 6, Fotsis 4, Nicholas 3, Giachetti 3, Radosevic 2.
Eliyahu 23, Blu 15, Papaloukas 13, Schortsanitis 9, Farmar 6, Hendrix 6, Burstein 4, Smith 2, Pnini 2, James 2.