Una partita decisiva per le sorti dell’Armani Milano in Eurolega, quella di Belgrado contro il Partizan. Milano deve vincere almeno di quattro punti per qualificarsi alle Top 16. Attualmente la situazione del girone di Milano vede il Real Madrid con 7 vittorie su 9 incontri disputati, poi c’è il Maccabi Tel Aviv con 6 vittorie su 9, l’Efes con 5 vittorie, il Partizan con 4 vittorie, Milano con 3 vittorie e Charleroi con 2 vittorie. Un match che l’Armani dovrà affrontare con il piglio giusto, la mentalità da grande squadra come Milano vorrebbe in effetti essere su un campo difficile, un palazzetto infuocato, alle prese con una delle squadre storiche del basket europeo. Insomma, si spera che Milano possa ripetere la partita con la Montepaschi Siena, certo non quella dell’andata in casa contro il Partizan. Se l’Armani vincesse oltre a vedere spalancate le porte delle Top 16 potrebbe pensare in grande, sperare di fare molto bene in questa competizione. Per parlare di questo match abbiamo sentito Roberto Premier, indimenticato protagonista della Milano mitica degli anni ’80, che ha lasciato un segno indelebile nel basket italiano ed europeo. Eccolo quindi in questa intervista in esclusiva a ilsussidiario.net.



Partizan-Armani, partita da dentro e fuori: il suo pronostico?

E’ una partita che sfugge a ogni pronostico, dove può succedere veramente di tutto. Un match aperto in ogni senso sul piano del risultato.
Quali potrebbero essere i giocatori determinanti per Milano?

Direi che tutti potrebbero essere protagonisti in questo match decisivo per Milano. Tutti i giocatori potrebbero dare quel qualcosa in più per far vincere l’Armani su un campo così difficile. Il nome che mi sembra più indicato per dare una prestazione di grande livello tecnico è quello di Fotsis. Il giocatore greco, spesso sacrificato per far giocare Gallinari, potrebbe disputare una grande partita.



E quanto conterà Scariolo in questo incontro?

Scariolo avrà il compito di gestire i giocatori, gestire proprio la testa dei giocatori, caricarli mentalmente, sapere fare i cambi opportuni in questo senso, perché penso che al di là del fattore tecnico è una partita che si vince proprio con il carattere, la determinazione giusta.

L’Armani potrebbe essere condizionata da un ambiente caldissimo come quello di Belgrado?

Direi proprio di si perché giocare in un palazzetto di 22.000 posti con un pubblico che ti sta sempre addosso è qualcosa di speciale. Può dare però anche la molla per tirare fuori tutto il proprio orgoglio, trovare le motivazioni giuste per fare una grande partita.
E’ l’occasione giusta quindi perché Milano dimostri tutto il suo potenziale tecnico, tutto il suo carattere?



Milano dovrà giocare alla grande, come ha fatto con Siena, non certo come contro il Partizan all’andata di Eurolega. Milano dovrà dimostrare tutto il suo valore, tutte le sue qualità tecniche.
Come si vincono queste partite, lei che ne ha proprio vinte tanti di match come questi?

Non ci sono particolari formule con cui si vincono partite come queste. Quello che sicuramente serve è appunto avere la mentalità giusta, lo spirito giusto per affrontare una partita così difficile. E’ importante difendere come attaccare, non ci sono alchimie tattiche speciali per riuscire ad imporsi.

E quanto conterà l’inventiva, la genialità di qualche giocatore dell’Armani, proprio come Roberto Premier aveva?

Può essere importante per saper dare una svolta in certi momenti della partita, può dare un apporto anche decisivo. Diciamo che i giocatori che possono interpretare maggiormente tutto questo possono essere Mancinelli e Hairston

Partizan-Armani le ricorda qualche vigilia di Coppa dei Campioni che ha vissuto nella sua carriera?

Mi ricorda proprio quelle vigilie di Coppa quando giocavamo contro Barcellona, Real Madrid, o le formazioni slave, o andavamo a giocare a Tel Aviv. C’era la tensione per affrontare questi match così importanti. Bisognava essere carichi al punto giusto.

Peterson in questi giorni ha paragonato Alessandro Gentile proprio a lei, Roberto Premier. Cosa ne pensa?
Non lo so, però se Peterson, che m’ha visto per tanti anni giocare tutti i giorni, ha detto questo, dovrebbe avere sicuramente ragione.

Pensa che la Milano mitica del basket degli anni ’80 sia irripetibile?
Credo proprio di si. Eravamo un gruppo, una squadra di amici, riuscivamo a vincere anche per questo. Sarà difficile in futuro trovare una squadra simile.

                

 (Franco Vittadini)