Gli Heat riescono finalmente a battere gli “Original Big Three” contro i quali avevano sempre perso quest’anno (3-0) e lo fanno nel momento fondamentale, superandoli in classifica ad Est, con solo altre due partite da giocare. La partita è cruciale, tanti i temi: Big Three di Boston vs Big Three di Miami, anticipo di una probabilissima semifinale di conference, in pallio il secondo posto e quindi la possibilità del vantaggio del campo fino alla finale dell’Est e, per Miami, la possibilità di lavare l’onta delle tre sconfitte stagionali contro la squadra di Doc Rivers. Insomma partita per palati sopraffini, ma le due squadre ci arrivano in momenti diametralmente diversi. Miami reduce da 12 vittorie nelle ultime 15 gare, mentre Boston nell’ultimo mese si è vista rimontare, superare e distanziare da Chicago in testa alla Eastern Conference (perdendo lo scontro diretto settimana scorsa), è stata raggiunta dagli Heat e ha perso 11 delle ultime 25 gare. La partita inizia nel segno dei Celtics che provano a fare il vuoto da subito, ma si capisce che Miami non è più la squadra emotivamente fragile degli ultimi scontri diretti: gli Heat si rimettono subito in carreggiata trascinati da James in attacco (27 per lui alla fine, farciti da 7 assist, 5 rimbalzi e 4 recuperi) e un Wade maestoso a dirigere la difesa: impressionante la sua stoppata su Allen nel terzo quarto durante il tentativo di risalita di Boston.
Miami si trova a gestire, praticamente per tutta la partita, un vantaggio attorno alla doppia cifra, mostrando un preoccupante, per Paul Pierce e compagni, strapotere fisico (42 a 26 in favore degli Heat i rimbalzi totali) e un’impressionante intensità da tutti i suoi giocatori: infatti oltre all’apporto dei soliti Big Three (unici in doppia cifra per la squadra della Florida), arrivano ben 32 punti dalla panchina. Boston riesce a rientrare, dopo aver toccato anche il -20, sull’85-75 nell’ultimo quarto solo con l’orgoglio di Garnett e Pierce, ma non basta: Le Bron ricaccia indietro gli ultimi tentativi dei Celtics e la partita si chiude con un umiliante 100-77.
Secondo posto virtualmente in tasca per la squadra di Wade-Bosh-James sulla quale resta molta curiosità relativamente alla tenuta, soprattutto mentale ma anche tecnica, in una serie al meglio delle 7. Boston sembra arrivare verso i playoff nel momento peggiore della sua stagione e la probabile prima serie contro New York, o meglio contro Carmelo Anthony (ancora decisivo nella notte contro Indiana, 34 punti per lui), non le darà il tempo di recuperare. Sembra stanca la squadra di Doc Rivers e, dopo un inizio promettente, sta pagando la trade che l’ha privata del suo centro dal miglior rendimento (Perkins) e soprattutto di un uomo di peso sotto canestro che, tolto il perenne infortunato Shaq, manca eccome ai Celtics. Mai dare per morta, però, una squadra esperta come Boston che si è giocata 2 delle ultime 3 finali NBA. Nelle altre gare della notte i Lakers perdono la quinta gara di fila e si fanno sorprendere dai Thunder, sempre più mina vagante a Ovest, vedendo ora avvicinarsi Dallas e gli stessi Oklahoma City Thunder al secondo posto. Vince ancora Chicago nell’antipasto di un’altra più che probabile semifinale di Conference contro i Magic.
New York contro Indiana tocca le sette vittorie consecutive e sembra aver trovato delle buone alchimie soprattutto in attacco, dove Anthony fa il buono e il cattivo tempo. Cadono contro Memphis gli Hornets di Belinelli che ora devono guardarsi proprio dai Grizzlies nella corsa al settimo posto.
(g. rampinelli)
Ecco i risultati:
Los Angeles Lakers-Oklahoma City Thunder 106-120 Orlando Magic-Chicago Bulls 99-102 Dallas Mavericks-Phoenix Suns 115-90 Indiana Pacers-New York Knicks 109-110 Golden State Warriors-Sacramento Kings 103-104 Charlotte Bobcats-Detroit Pistons 101-112 Memphis Grizzlies-New Orleans Hornets 111-89 Toronto Raptors-New Jersey Nets 99-92