Finalmente ci siamo, è giunto il momento delle gare che contano, che contano per il titolo, dentro o fuori, insomma da stasera si fa sul serio. Inevitabile, quindi, cercare di leggere le possibilità delle squadre, arrivate al momento clou della stagione, di avanzare nella corsa all’anello. Nonostante il secondo posto a Ovest e “solo” il quarto miglior record della lega, un nome è sulla bocca di tutti, ancora una volta, per la vittoria finale: Los Angeles Lakers. Come si può non partire dalla squadra di coach Jackson, il quale ha la possibilità di firmare il quarto Three Peat, e Kobe, che vincendo quest’anno raggiungerebbe Jordan a quota sei titoli. I giallo viola sono in corsa per il terzo titolo consecutivo e non bisogna farsi ingannare dalla stagione a tratti altalenante: i Lakers mirano dritti all’obbiettivo finale, grazie al loro ormai consueto cambio di marcia (soprattutto difensivo) quando giungono ai playoff. La prima serie contro New Orleans assomiglia molto ad una formalità (Chris Paul permettendo), ma per i match successivi pesano i dubbi sulla condizione fisica di Bynum, uomo chiave per formare con Gasol la front-line più temuta della lega e permettere a Bryant di avere più spazio di manovra sul perimetro. Poi ci sono loro, i Big Three di Miami. Grande curiosità intorno ai Miami Heat dei tre fenomeni, che non avranno fatto la stagione da 70 vittorie che molti avrebbero (erroneamente) voluto vedere, ma arrivano ai playoff dopo mesi in cui l’amalgama dei tre con il resto della squadra è progressivamente migliorata. Certo hanno perso tante (troppe) gare con squadre importanti, hanno mostrato di dipendere molto dai tanti (troppi) punti di WJB (Wade- James -Bosh), ma nessuno se la sente di scommettere contro una squadra che ha il talento per battere chiunque in partita singola.



Ma sia i Lakers che gli Heat non sono arrivati primi nelle rispettive conference e Spurs e Bulls non possono essere considerati meno che pretendenti al titolo. La squadra di Popovich ha cambiato faccia rispetto alla macchina difensiva che ha vinto 4 titoli negli ultimi 12 anni, ma intorno ai sempre verdi Ginobili, Parker e Duncan si è costruito un team giovane e di talento (soprattutto offensivo). L’infortunio dell’argentino, la cui entità si capirà nei prossimi giorni, potrebbe pesare, ma al momento San Antonio è, insieme ai Lakers, la squadra da battere ad Ovest. Cosa dire ancora sui Bulls di Derrick Rose? La squadra del futuro mvp è solida difensivamente, grazie alle cure di coach Thibodeau, e in attacco gira sì attorno alle giocate del suo uomo migliore, ma con un supporting cast di tutto rispetto, che ha preso fiducia. Certo sono inesperti, certo sono giovani, certo ci sono almeno altre 4 squadre con più talento, ma attenzione a Chicago… Forse ci stiamo dimenticando qualcuno? Non si può fare l’errore di considerare, ancora, i Celtics troppo vecchi e stanchi per cercare la scalata al titolo. Boston ha grande esperienza e voglia di stupire ancora con gli Original Big Three + Rondo, anche se ai playoff la mancanza di Perkins potrebbe diventare un fattore.



Comunque non stupitevi se a giugno saranno ancora lì all’ultimo atto per giocarsi la vittoria finale. Sulla carta queste sono le squadre che si giocheranno il titolo fino alla fine, ma le sorprese non si possono escludere. Prima tra tutte i Thunder di Durant e Westbrook, vera mina vagante del tabellone della Western Conference, anche se già al primo turno, contro i Nuggets del “Gallo”, potrebbero non avere vita facilissima. Poi c’è l’eterna incompiuta: i Dallas Mavericks, che ai playoff sembrano sciogliersi sempre come la neve al sole. Ma, come tutti gli anni, è impossibile non dargli un’altra chance; già il primo turno insidioso contro i Blazers darà molte indicazioni sulle possibilità della squadra di Nowitzki. Ah e occhio ai Blazers! Gli Orlando Magic non dovrebbero avere problemi a liberarsi degli imbarazzanti Hawks degli ultimi tempi, ma non sembrano più in grado di correre per il titolo; vedremo se riusciranno a dare filo da torcere a Chicago al secondo turno (contando che i Bulls si troveranno a fare, probabilmente, poco più di una scampagnata contro i Pacers). Detto ciò il primo turno di playoff non dovrebbe, sulla carta, riservare grosse sorprese: Chicago, Miami, San Antonio e Los Angeles dovrebbero sbarazzarsi senza troppo patemi delle rispettive avversarie come, d’altronde, Orlando. Interessanti i match a Ovest tra Mavericks e Blazers e tra Thunder e Nuggets, mentre che dire di Boston vs New York: se i Celtics saranno i soliti, solidi Celtics dei playoff arrivederci Knicks!



 

Ma se presenteranno il fianco a Anthony, Billups e Stoudamire potremmo vederne delle belle. Ciò detto senza dimenticare che ad oggi New York, nonostante la buona striscia di vittorie nel finale di stagione, sta solo mostrando i limiti di una trade (quella per ottenere Carmelo Anthony) che l’ha lasciata con più talento individuale ma con una squadra da ricostruire mentalmente e tecnicamente. Ma sapete quel è il bello dei playoff? Che alla fine tutto può succedere! (vedi Cleveland negli ultimi anni, o Phoenix l’anno passato, o Detroit nel 2004 e chi più ne ha più ne metta). Allora buon divertimento con lo spettacolo più bello d’oltreoceano.

 

 

(Giacomo Rampinelli)