Una partita di grande suggestione emotiva, un confronto che negli anni Ottanta aveva un grande valore tecnico, stasera si gioca Milano-Roma per la quattordicesima giornata del campionato di basket, e giunge in un momento importante per le due formazioni. Milano, dopo aver ottenuto la qualificazione alle Top 16 in Eurolega, è seconda in classifica con 18 punti, all’inseguimento di Siena nel duello che potrebbe decidere questo campionato, Cantù permettendo. Roma ha dodici punti ed è a centro classifica, deve conquistare una personalità più precisa per riuscire ad entrare nei playoff. Un incontro che potrebbe dare una spinta alla formazione che uscisse vincitrice, alla ricerca di prestigiosi traguardi da ottenere in questa stagione. Milano, dopo il sorteggio di Eurolega non impossibile con Panathinaikos, Fenerbahce e Kazan, guarda con speranza anche alla sua Europa. Intanto c’è da onorare questo impegno contro Roma in campionato, in una sfida classica del basket italiano. E per parlare di questo match abbiamo sentito Valerio Bianchini, che proprio negli anni Ottanta conquistò con Roma uno scudetto, una coppa dei campioni e una coppa intercontinentale, solo alcuni dei tanti successi conquistati nella sua lunga carriera da allenatore. Eccolo dunque in questa intervista in esclusiva a ilsussidiario.net.



C’è Milano-Roma oggi, una partita di grande significato, una sfida classica del basket italiano…

Penso che Milano parta favorita nei pronostici e dovrebbe far sua la partita. Certo è una Milano che non ha ancora espresso fino in fondo tutto il suo potenziale, rimanendo sotto le aspettative. Alcuni suoi giocatori non hanno convinto fino in fondo, ad esempio il playmaker Cook. In questo ruolo spesso ha agito meglio Giachetti. Anche Fotsis non ha fatto cose incredibili.



Cosa può fare Milano in questa stagione?

Lotterà con Siena e Cantù per la conquista dello scudetto. Siena comunque parte favorita perché è più squadra, è abituata a lottare a grandi livelli. Milano dovrà competere con la squadra toscana, cercando finalmente di dimostrare tutta la qualità dei suoi giocatori. In ogni caso Milano può contare su un progetto importante e sulla presenza di Scariolo, un tecnico veramente valido.

Milano-Roma ricorda anche la grande sfida del basket anni ’80 che faceva infiammare le due città. Lei proprio con Roma vinse uno scudetto, una coppa dei campioni e una coppa intercontinentale…



Era una grande partita con tanti giocatori italiani nelle due squadre. A Milano c’erano i due fratelli Boselli, Gallinari e poi Mc Adoo, D’Antoni e un grande allenatore come Dan Peterson. A Roma c’erano Castellano, Gilardi, Castellano, Solfrini e poi Larry Wright. Un duello che vedeva contrapposte le due principali città italiane. A Roma c’erano Falcao nel calcio e Wright  nel basket. Due leader di questi due sport che trascinavano le loro squadre.

Poi Roma non è riuscita più a fare grandi cose nel basket. Perché, secondo lei?

Si è tentato di portare giocatori come Parker, senza ottenere i risultati sperati. Negli ultimi dieci anni si sono fatti investimenti importanti senza successo. Roma certamente non è più tornata a quei livelli. Anche quest’anno non sarà semplice qualificarsi per i playoff.

Cos’ è cambiato nel basket italiano rispetto a quegli anni?
Tante cose, per esempio il fatto che si punta meno sui giocatori italiani. Sarebbe importante per ottenere più risultati, soprattutto con la nazionale. E sarebbe opportuno che tutto il mondo della pallacanestro italiana facesse giuste riflessioni per tornare ad essere più competitivi. 

Questo campionato come lo giudica?
Ci sono Siena, Cantù e Milano sopra le altre. Pesaro, che doveva venire subito dietro, non sta mantenendo le promesse. Avellino e Bologna stanno facendo molto bene, come Biella che però potrebbe far fatica a mantenersi nelle posizioni attuali.

Anche una città come Bologna non è più ai livelli di un tempo.

Negli anni ’90 la Virtus vinceva coppe in Europa e manteneva in alto il basket italiano. Era un duello con la Fortitudo in Italia per lo scudetto, e pure la Fortitudo si faceva rispettare in Europa. Ora le cose sono cambiate, come è cambiato tutto il sistema del basket italiano.

Perché è successo tutto questo?
Si può dire che, a differenza del calcio che da noi è come una religione e che ha certo meno problemi, il basket soffre di più della situazione economica. Il basket è uno sport che vive soprattutto delle sponsorizzazioni e quindi sta facendo tanta fatica nel suo insieme.

Intanto tre club italiani hanno conquistato le Top 16 dell’Eurolega, come giudica i sorteggi di Milano, Siena e Cantù?

Milano ha buone chances nel suo girone. Siena è molto motivata ad ottenere risultati importanti in Europa dopo averli conquistati in Italia. Cantù ha già ottenuto il risultato di essere entrata nelle Top 16. Ha dimostrato tutto il valore di una società che ha avuto sempre grande storia e grande tradizione.

Ha rivisto qualche volta Larry Wright?

Certo l’ho rivisto. Adesso fa lo scout Nba. E’ stato un grande giocatore, un vero leader. Lui è stato la dimostrazione che nel basket nelle grandi città ci vuole sempre un personaggio di questo genere. Come è successo a Chicago con Michael Jordan, o succede attualmente a Los Angeles con Kobe Bryant. 

 

(Franco Vittadini)