Quinta giornata del campionato di Lega A di basket ricca di spunti: intanto, questa sera c’è il derby tra Varese e Cantù, storico in assoluto e sentitissimo da sempre, oggi ancor più elettrizzante vista la situazione di classifica, con Varese che vola e Cantù che insegue e conferma quanto di buono fatto vedere negli ultimi anni. Poi, c’è una Sassari che non conosce sconfitta: quinta vittoria in cinque partite, capolista solitaria e candidata, dopo la semifinale dello scorso anno, ad un’altra stagione da assoluta protagonista. E che dire della crisi Emporio Armani? L’Olimpia Milano ha perso ieri la terza partita in campionato, e soprattutto lo ha fatto in casa contro la neopromossa Reggio Emilia, una squadra che segnava 60 punti di media e ieri all’intervallo ne aveva già messi dentro 31, fino a trovare poi un vantaggio massimo di 22 lunghezze. Lo stesso Scariolo ha ammesso nel dopogara di non capire cosa stia succedendo: una squadra costruita per vincere non riesce a decollare. Sembra di assistere a quanto accaduto la scorsa stagione; Milano raggiunse poi la finale dopo essere uscita da un periodo buio, ma stavolta si pensava che la squadra avrebbe fatto meglio, anche perchè non c’è più una Siena che domina. Per affrontare tutti questi temi abbiamo contattato Valerio Bianchini. Ecco le sue parole, nell’intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net.



Milano in crisi: si è fatto un’idea di cosa non funziona? Secondo me la squadra sta evidenziando dei problemi più grossi di quelli che potevano aspettarsi in avvio. Hanno avuto l’allenatore lontano tutta l’estate perchè allenava la Spagna, poi hanno dovuto preparare subito l’Eurolega, che è molto impegnativa e richiede che tu faccia bene subito, altrimenti rischi di essere eliminato. E poi c’è una squadra ricca di campioni, alla quale però sembra che manchi sempre qualcosa. 



Tecnicamente qual è il problema, se c’è? Al di là della difficoltà di gestire 12 uomini che vanno fatti giocare, così che il quintetto ha meno tempo di assimilare l’amalgama, secondo me il problema principale è che i playmaker sono deboli. Cook già l’anno scorso aveva dato prova di non essere il massimo della leadership.

Confermato quest’anno? Sì, e poi va sempre alla stessa velocità, non cambia ritmo; è vero che può fare canestro da fuori, ma difficilmente crea qualcosa, e soprattutto nei momenti in cui la squadra va male non è quello che prende il timone e raddrizza la barca, anzi affonda con gli altri. Questo è un problema grosso, che lo scorso anno Milano aveva tentato di risolvere con Bremer, che poi non è stato confermato. 



Adesso c’è Stipcevic come vice-Cook: cosa ne pensa? E’ un buon giocatore, ma a questi livelli non ha abbastanza personalità. Forse il migliore di tutti è ancora il nostro Giachetti, che ha grande cuore e grande voglia.

Quindi, mancanza di regia? Questo aspetto, unito alla scarsità di carattere e alla circolazione della palla, che impedisce una buona costruzione di gioco a difesa schierata. In più segnalo una certa fragilità psicologica in difesa e nella capacità di reagire ai momenti difficili. Sono problemi di fondo, non semplici da risolvere. 

Scariolo riuscirà a sistemare le cose? Sappiamo che le sue squadre non partono mai benissimo; forse adesso è anche peggio di altre volte, ma significa solo che Sergio dovrà metterci più energia per portare la squadra sulla rotta giusta. Sono fiducioso.

Per una Milano in crisi, una Sassari che vola. Qual è il segreto dei sardi? 

Sicuramente l’allenatore. Sacchetti è bravo a tenere insieme i ragazzi, è un ex giocatore e quindi li lascia giocare molto. E’ un allenatore moderno in questo senso: impone poco il gioco di squadra, ma poi lo ottiene attraverso grandi individualità; è un grande pregio, merito al tecnico.

Influisce anche l’ambiente? Senz’altro: rispetto a Milano è molto più semplice fare squadra a Sassari, dove ci si incontra più spesso e, al di là delle esigenze tecniche della squadra, il gruppo si crea molto più facilmente. La dirigenza poi, sia questa che quella passata, è tradizionalmente vicina alla squadra, il che mette i giocatori a proprio agio. 

Nel roster spiccano Travis e Drake Diener… Quando hai due tiratori come loro in campo è un bell’andazzo. E’ un dominio meritato per ora, si tratta di vedere se riusciranno a mantenere questo livello.

Stasera c’è il derby Varese-Cantù: cosa si aspetta? Varese sta giocando veramente bene: tra le squadre che ho visto quest’anno è quella che mi è piaciuta di più. Hanno freschezza, sono duttili e giocano con cose semplici, fanno molto uso della transizione, e poi riescono a integrare benissimo due giovani come Polonara e De Nicolao, in un ruolo importante e non secondario, e questa è una cosa bellissima. 

Merito di Frank Vitucci? Decisamente, comincia a raccogliere il frutto della sua conoscenza del basket e del suo metodo. Stasera trova Cantù che…

Sì? Sulla carta è molto più forte, come organico ed esperienza dei giocatori. Non dobbiamo però dimenticare che anche lei è alle prese con l’Eurolega, e questo non facilita il compito di Trinchieri, che deve giocare su due tavoli molto diversi con in mezzo anche le trasferte onerose; però Cantù si sta comportando bene in coppa e discretamente in campionato – nonostante qualche incertezza.

Quindi, per stasera cosa dice? Per quanto di buono sta facendo Varese e per l’entusiasmo che c’è in una piazza sempre calda, il mio pronostico va a Varese.

 

(Claudio Franceschini)