La ventiduesima giornata di serie A1 presenta l’affascinante sfida tra Siena e Milano. Da alcuni anni lo scontro finale per il dominio del campionato viene ricondotto a questa partita. Siena è la forza del basket del nuovo millennio, Milano è la storia. I risultati non lasciano spazio a dubbi su chi sia più forte, a maggior ragione considerando la tribolata stagione dell’Olimpia. Ma i motivi d’interesse non mancano: Milano può considerassi in ripresa? La Montepaschi sarà distratta dall’Eurolega? Chi può decidere la partita? Per cercare di leggere la sfida ilSussidiario.net ha intervistato in esclusiva Franco Lauro, storica voce RAI del basket nostrano. Ecco le sue sensazioni ed impressioni:



Quante possibilità ha Milano di fare il colpo?

Io non sto a guardare le cose sulla carta. In questo momento i valori sono quelli espressi dalla stagione sin qui, non si fanno i pronostici con le attese, i se i ma.

Siena sempre strafavorita dunque?

Siena al momento si stia meritando quanto di buono ha fatto, pur con la rivoluzione che aveva operato durante l’estate, perdendo alcuni giocatori ed innestando nel suo roster gente nuova.  Ma anche cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non è cambiato perché comunque Siena è sempre prima. 



Ma Milano non dovrebbe avere più motivazioni e voglia di riscatto?

Non credo anche perché Milano ha il risultato dell’andata a favore, e immagino che Siena cercherà di equilibrare quella situazione anche perché poi conterà lo scontro diretto. Quindi sulla carta chi non deve concedersi passi falsi è la squadra che ha già perso l’andata.

Come giudica l’impatto di JR Bremer nel sistema dell’Armani Jeans?

E’ probabilmente il giocatore che in questo momento serviva per riequilibrare tutto, dare un po’ di ordine al gioco, è un po’ “l’aggiustatore” che Scariolo aspettava. Non si tratta di avere un fuoriclasse in più, ma il giocatore che serve in un certo tipo di gioco, con caratteristiche di un certo tipo.



Non trova che i continui aggiustamenti di mercato possano intaccare l’amalgama di squadra dell’Olimpia?

Chi è partito e chi arrivato, in quest’ultimo scorcio di stagione, ha dimostrato che, anche risultati alla mano e vedendo la qualità del gioco, la squadra ha trovato più equilibrio e ha sicuramente avuto giovamento. Qualcosa anche in uscita è già stato fatto, e Scariolo potrebbe fare anche qualche altra scelta sulla carta dolorosa, cercando di trovare ancora più equilibrio, ancora più efficacia da un roster comunque interessante.

Non le sembra che quest’anno Siena paghi un pochino di più in campionato le fatiche ed i sogni di Eurolega?

Io non valuto su un risultato o su una serie di risultati, ma sull’intero panorama della stagione. Ripeto: Siena ha operato una rivoluzione, la squadra si è ricompattata strada facendo, ha inserito i tasselli giusti, c’è la bontà del lavoro di Minucci e Pianigiani. Il progetto Siena vada avanti: non la vedo più fragile, né in difficoltà, sei sconfitte ci possono stare. E’ una logica conseguenza di certe situazioni, ma questo non vuol dire che la squadra vada su un obiettivo piuttosto che su un altro.

E’ l’anno buono per l’accoppiata Scudetto-Coppa?

Le condizioni per far bene in Europa ci sono, e credo che abbiano l’intenzione di provarci. E’ chiaro che nel doppio impegno, per far bene in Eurolega e guadagnare il passaggio del turno hanno lasciato per strada qualcosa. Il peso dell’Eurolega sul campionato si valuterà nei playoff, perché dobbiamo sempre pensare che tutto si decide lì, col tabellone ad eliminazione diretta.

Alessandro Gentile può -col tempo e il lavoro- crescere sino a diventare la stella di questa Olimpia?

Deve crescere ancora, il talento c’è. Credo che abbia le capacità di diventare non soltanto un giocatore importante per Milano ma anche per la Nazionale. Però è chiaro che la maturazione deve proseguire ed è giusto non aspettarsi da subito determinate cose, ma vedere una crescita graduale che dev’essere complessiva, anche come approccio e mentalità, giorno per giorno, per diventare non soltanto una stella del club e della nazionale, ma anche di livello internazionale. Giocatori così -ce l’ha insegnato suo papà- sanno possono fare, quando arrivano al top della condizione, la differenza.

Cosa dovrà fare offensivamente l’Armani Jeans per scalfire il sistema difensivo senese?

Non mi sembra giusto parlare di cose su cui evidentemente Scariolo e Pianigiani lavorano giorno per giorno coi loro staff, e suggerire qualcosa che potrebbe sembrare sia superfluo che presuntuoso. Occorre rispettare il lavoro di chi sta preparando questa sfida da giorni, e che vista la conoscenza che c’è tra i due organici ha poco da scoprire ormai.

La recente sfida di Coppa Italia  (67-65 Siena in semifinale) può dare qualche indicazione sulla partita di domani? 

Ci ha detto che nelle due squadre qualche cambiamento c’è stato strada facendo. Anche rispetto alla gara d’andata, le due squadre si sono ritrovate in una partita strana, in cui l’Armani è stata capace di rimontare da meno 18, poi s’è visto un finale tasta a testa. Ora godiamoci lo spettacolo di un partita che sicuramente farà divertire gli appassionati.

Possiamo considerarla una grande sfida tra pesi massimi degli allenatori italiani?

Sì. La scuola italiana è importante a livello internazionale. Pianigiani anche come ct azzurro, e Scariolo, come primo uomo che abbia regalato alla Spagna la gioia di un titolo europeo, hanno dato ulteriore dimostrazione della qualità non soltanto della sfida tra queste due squadre che sono al vertice, ma anche della continuazione di una scuola che speriamo possa continuare a fornire dei maestri a livello nazionale ed internazionale. 

Sono loro le certezze per il futuro del basket italiano?

Credo che l’augurio possa essere quello che sulla scia di questi grandi allenatori, possano moltiplicarsi ed essere più curati anche quei tanti tecnici che ogni giorno devono lavorare nei settori giovanili alla formazione dei giovanissimi, perché è da lì che si mettono le basi per poi creare delle generazioni di campioni. Quindi ben vengano maestri del livello di Pianigiani e Scariolo, ma che altri sappiano lavorare su quella scia e quotidianamente aiutare i nostri giovani a diventare campioni. 

Possiamo dire che incarnano alla perfezione la figura dell’allenatore-maestro?

Fanno capire bene quello che deve essere l’obiettivo primario di tutti gli allenatori quando cominciano la loro carriera: non fermarsi al risultato della partita o alla vittoria di un titolo. Quello dà soddisfazione e senz’altro una gioia immensa, ma quando si va a tirare le somme di una carriera, sapendo di aver lanciato decine di giocatori di un certo livello la soddisfazione sia ancora maggiore.

In un ipotetico ranking odierno, Milano è ancora l’avversaria numero 1 per Siena o ci sono squadre migliori?

In questi ultimi anni la squadra in pole position c’è sempre stata, per meriti e continuità di risultati. Però indicare chi potrà essere la prima alternativa è solo un gioco che aiuta a riempire pagine. Se vogliamo analizzare seriamente la situazione stando ai fatti, dobbiamo ribadire un concetto: i playoff rimettono tutto in gioco, lì bisogna essere bravi nella serie lunga a prevalere su avversari che col fattore campo partono con già qualcosa in più. Occorre esseri capaci di violare il loro terreno di gioco. 

Rimandiamo ogni giudizio all’inzio dei playoff dunque? 

Spesso l’equilibrio di certe serie non fornisce indicazioni nette nemmeno lì. Vanno rispettati tutti in vista playoff, da Cantù alla Virtus, aspettandosi magari l’inserimento di una sorpresa che possa arrivare a scompaginare ulteriormente i pronostici della vigilia e le certezze di chi segue il campionato ogni settimana. Questa è la bellezza e anche talvolta la crudeltà dei playoff, che rimettono tutto in gioco. 

Che requisiti bisogna avere per far strada?

Alla fine della regular season vedremo chi sarà arrivato tra le magnifiche otto con l’organico più al completo e più in forma. Lì potremo cominciare a fare delle valutazioni ancora più efficaci e precise. Intanto aspettiamo questo finale di campionato, godiamocelo, a cominciare da Domenica che ci prospetta questa supersfida tutta da godere.

 

(Carlo Necchi)