Questa sera, alle ore 20.45, scendono in campo la Cimberio Varese e la Montepaschi Siena, per la Gara 4 dei quarti di finale dei playoff di Serie A1. Partita già decisiva per Varese, che ha riaperto la serie in gara 3, sfruttando il fattore campo dopo le sconfitte nette delle prime due gare. In particolare, i pluricampioni in carica di Siena hanno annichilito i eno quotati avversari in gara 1, decisa già nel primo quarto da un parziale terrificante di 30-5. Ma Varese non si è persa d’animo: in gara 2 lo scarto, a livello di gioco prima ancora che di punteggio, si è notevolmente ridotto (88-72 il risultato finale). Nella terza partita, la Cimberio ha compiuto l’impresa, sporcando le percentuali di Siena e lottando su tutti i palloni. Il risultato finale è stato di 73-70, con Kaukenas a sbagliare di poco la preghiera finale da metacampo, dopo gli insoliti errori ai liberi di Rok Stipcevic. Questa sera a Masnago la partita decisiva: gara 4 potrebbe chiudere la stagione varesina, o trascinare la serie alla bella. Quante speranze ha la Cimberio Varese? Come può cercare di incrinare il perfetto sistema senese? Questo ed altro abbiamo chiesto in esclusiva ad Alessandro De Pol, storica ala di Varese, con cui ha conquistato da protagonista lo scudetto della stella nel 1999, e della nazionale azzurra, con la quale ha centrato l’oro agli Europei ’99 e l’argento alle Olimpiadi di Atene 2004. Ecco le sue impressioni:
De Pol, si aspettava il successo di Varese in gara 3?
Sicuramente quando incontri Siena è sempre molto difficile. Diciamo che speravo in un risultato a sorpresa: in questo caso i ragazzi hanno ampiamente soddisfatto le mie speranze.
Ora quante possibilità ci sono di portare Siena a gara 5?
Ce ne abbiamo sicuramente, se ripeteremo l’ultima partita. I ragazzi dovranno stare attenti all’inizio del match: in tutte e tre le partite sono partiti in difficoltà, e poi si sono ripresi nella seconda parte della partita. Io però sono sicuro che la buona prova prova di gara 3 si possa ripetere.
In questo senso sarà decisiva la spinta del Palazzetto di Masnago?
Indubbiamente: di sicuro sarà un fattore fondamentale.
Varese potrebbe cercare più punti nel pitturato, invece di affidarsi solo al tiro da tre?
Potrebbe essere una strada, però è vera anche un’altra cosa.
Quale?
I lunghi dall’altra parte sono grandi e grossi: con Stonerook, Andersen, Lavrinovic è difficile andare spalle a canestro.
Come si può attaccare Siena stasera?
Partendo dal fatto che Varese ha risolto tante situazioni con il tiro dal perimetro, si deve provare ad attaccare i loro giocatori. Magari Kaukenas, che forse non è ancora in splendida forma, o lo stesso Moss che è reduce da un infortunio.
Varese deve comunque mantenere il proprio gioco perimetrale?
Bisognerà provare a penetrare e sulle loro chiusure scaricare fuori: è il gioco che fa Varese, quello che le ha consentito di arrivare nei playoff, non è che si può inventare adesso.
Che cosa si aspetta da Yakouba Diawara questa sera?
Che faccia la sua partita anzitutto a livello di energia e dinamicità. Che sia un giocatore di riferimento, come del resto lo è stato quasi tutto l’anno.
Per limitare McCalebb, quale può essere la marcatura migliore?
Più che su un accoppiamento singolo punterei su una staffetta, con i giocatori che possono stare con lui.
Che possono essere?
Stipcevic, o Goss, e all’occorrenza anche Demartini: penso che siano i giocatori che possono provare a stare con McCalebb. E’ un compito che va suddiviso.
Ha sentito le voci che danno coach Recalcati prossimo all’addio?
Sì, ma non credo ci sia da preoccuparsene. Ci sono sempre tante voci, ma alla fine bisogna verificarle. Adesso la cosa più importante è che tutto l’ambiente sia concentrato sulla partita di questa sera: il resto non conta.
Un’ultima domanda: nei suoi programmi c’è un rientro in società da dirigente?
Non lo so, il futuro non lo sa nessuno. Per il momento io mi concentro sul mio ruolo da allenatore (della Pallacanestro Lago Maggiore, in Divisione Nazionale A, massima serie a livello dilettantistico, ndr), adesso è questo quello che mi interessa, poi vediamo.
(Carlo Necchi)