Ieri sera è cominciata la serie delle semifinali dei playoff scudetto della serie A di basket tra EA7 Emporio Armani Milano-Scavolini Siviglia Pesaro. Si è giocato al Mediolanum Forum di Assago, che ha risposto con una ottima cornice di pubblico: 8000 spettatori dichiarati, probabilmente anche di più, e tutti – a parte ovviamente i sostenitori di Pesaro – con la maglietta rossa creata apposta per i playoff dall’Olimpia Milano. L’Armani rispetta i pronostici della vigilia centrando la dodicesima vittoria consecutiva tra stagione regolare, quarti e semifinale, portandosi in vantaggio nella serie; ma per l’ennesima volta in stagione Milano va a sprazzi e – dopo un ottimo primo tempo (chiuso 41-31) – si fa rimontare da una Pesaro mai doma e che sorpassa proprio al termine del terzo quarto. Negli ultimi dieci minuti però diventa decisiva la scelta di coach Scariolo, che ha buttato nella mischia Bremer, reduce da un infortunio che lo aveva tenuto lontano dai campi per 51 giorni. JR fa capire perché: tre triple consecutive riconsegnano la partita nelle mani di Milano e lo rendono il migliore in campo, anche se il miglior realizzatore di Milano è stato il solito Hairston (16 punti) e quello assoluto White (18). Decisive le panchine: il parziale degli uomini fuori dal quintetto iniziale dice 31-8 Milano. Pesaro ha fatto tutto il possibile, ma paga le grandi difese di Melli e Rocca nei momenti decisivi.
Sergio Scariolo comincia la sua analisi dalla decisiva scelta di mandare in campo Bremer: “In allenamento avevo visto che stava bene. Ho preso un piccolo rischio a rimetterlo dentro, ci è andata bene. Però tutti ci hanno dato qualcosa di importante, in diversi momenti”. Su una partita quasi sempre condotta, ma con un risultato altalenante, l’allenatore di Milano dà la sua spiegazione: “Accade spesso che una squadra più riposata vada a sprazzi, mentre chi è reduce da gara-5 è ancora carico di adrenalina”. Luca Dalmonte invece sottolinea nella sua analisi i minuti in cui gli arbitri hanno concesso a Milano un gioco aggressivo – forse troppo: “Brava Milano, vittoria meritata, ma chiediamo rispetto. Per qualche minuto in campo è potuto accadere di tutto”.