Non un inizio di stagione facile per Jason Kidd. Il leggendario playmaker del basket NBA è appena diventato allenatore, e quest’anno è il coach dei Brikklyn Nets, squadra ambiziosa e con tanti giocatori ove 30 anni per provare a vincere subito il titolo. Eppure, nonostante le palate di esperienza degli atleti a disposizione (Reggie Evans, Kevin Garnett, Joe Johnson, Andrei Kirilenko, Paul Pierce, Jason Terry) la squadra è partita male. Alla pausa per il Giorno del Ringraziamento i Nets registrano un bilancio di 4 vittorie e 11 sconfitte: attualmente sono distanti dalla zona playoff se si pensa che l’ottava posizione, occupata dai Detroit Pistons, è a quota 6-9. Nell’ultima partita contro i Los Angeles Lakers la squadra di Broooklyn ha perso e Jason Kidd è stato protagonista di una furbata. A 8 secondi dalla fine del match, con i suoi sotto di due punti (94-96), il coach ha chiesto ad un suo giocatore di urtarlo in modo da far cadere la bibita che aveva in mano, e generare un’interruzione di gioco utile per pianificare l’ultima azione della partita. I Nets avevano esaurito i timeout a disposizione e Kidd ha cercato un espediente per poter parlare con i suoi giocatori, riuscendo nell’intento di fermare cronometro e partita. Come ha detto un giorno Rasheed Wallace, ex ala ed attuale assistente allenatore a Detroit, “ball don’t lie“, ovvero “la palla non mente”. L’ultimo tiro del veterano Paul Pierce si è fermato al classico “dentro-fuori” e la vittoria è andata ai Los Angeles Lakers. Oltre al danno la beffa: l’ ha deciso di punire Kidd con una multa da 50 mila dollari. Nella giungla di telecamere che circondano gli eventi sportivi non si riesce più a dire niente senza essere scoperti: il labiale del coach è stato fotografato in pieno nell’espressione “hit me” (“colpiscimi”), rivolta alla guardia Tayshawn Taylor. Difficile che qualcuno proverà ad imitare Jason Kidd. 



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