A circa sei minuti dall’intervallo, con Lousville avanti di un punto, Kevin Ware si frattura la tibia della gamba destra atterrando dopo aver cercato di contrastare un tiro di Tyler Thornton, in uno degli infortuni più brutti nella storia della pallacanestro, oltre che “strano” perchè inusuale in uno sport che non prevede contatti tra gli arti inferiori. La scena è scioccante, la riproponiamo qui unicamente per dovere giornalistico, invitando però chiunque non sia in possesso di stomaco forte a non guardare. A Indianapolis i minuti che seguono sono surreali. L’arena si ammanta di un silenzio drammatico, sugli spalti le persone piangono (l’immagine è stata riproposta sul maxischermo), in campo i giocatori si accasciano a terra increduli, Rick Pitino prova a richiamare i suoi ma lui stesso deve asciugarsi le lacrime; qualcuno sembra anche sul punto di svenire, Russ Smith scoppia in un pianto dirotto abbracciato a Gorgui Dieng. Sono attimi terribili (in serata, il ragazzo verrà operato con esiti del tutto positivi). Purtroppo c’è una partita da giocare (o per fortuna), anche se inizialmente nessuno sembra essersi ripreso dallo shock. Nemmeno dalla parte di Duke, basta guardare la faccia di coach Mike Krzyzewski per capire. Il primo tempo finisce con i Cardinals avanti di tre punti ma il morale a pezzi. E’ all’intervallo che Rick Pitino e i suoi ragazzi la vincono. Ware infatti ha voluto aspettare i compagni prima di andare in ospedale: Pitino li chiama a sè, loro arrivano: “Non preoccupatemi per me, starò bene; ora vincete questa cosa”. Letterale: “go win this thing”. E’ il segnale: Pitino, uno dei coach più arroganti ma bravi ed esperti in circolazione, lo dirà nel post partita. “Non potevamo perdere questa partita. Semplicemente, non potevamo”. Louisville torna in campo, saluta e se ne va: è una ripresa emozionale, nella quale Russ Smith infila 23 punti, Deng ferma tutto e tutti (11 rimbalzi e 4 stoppate), Peyton Siva fa girare a mille i compagni. Il parziale dice 50-31: finisce 85-63, e per la seconda volta consecutiva i Cardinals vanno alle Final Four (lo scorso anno furono eliminati in semifinale dai futuri campioni di Kentucky). Ricevono il trofeo di campioni della Midwest Region, e alzano al cielo la maglia di Kevin Ware. Per Pitino è una rivincita su Duke, che nel 1992 (lui allenava Kentucky) l’aveva battuto grazie a uno dei momenti più famosi nella storia del basket universitario, il canestro sulla sirena di Christian Laettner; per Louisville la possibilità di mettere le mani sul titolo, ma il difficile inizia adesso. In semifinale i Cardinals trovano la sorpresona Wichita State, capace di eliminare la super favorita Ohio State; dall’altra parte scontro interessantissimo tra Syracuse (orfana di Dion Waiters e Fab Melo volati in NBA, ma ancora competitiva) e Michigan che per la settima volta vola alle Final Four e lo farà con una squadra giovanissima ma capace di grandi folate offensive. Si parte il 6 aprile con la finale l’8: il teatro è Atlanta, gli spettatori l’America tutta, e non solo.



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