Un’azione come tante, una penetrazione verso il canestro avversario come Kobe Bryant ne avrà fatte a migliaia nella sua carriera. Il fenomeno del basket americano cade, ma stavolta non è un contatto come gli altri: rottura del tendine d’Achille è il verdetto, 8-12 mesi di stop secondo le prime ipotesi, e all’età di 34 anni è una mazzata che potrebbe mettere addirittura a rischio la carriera. Siamo nei minuti finali di Los Angeles Lakers-Golden State Warriors, una delle ultime partite della stagione regolare Nba, in cui i Lakers stanno lottando per un posto ai playoff: la squadra probabilmente più famosa del mondo sta vivendo una stagione difficile, non è ancora sicura di raggiungere i playoff e quindi coach Mike D’Antoni deve chiedere gli straordinari alla sua star. Siamo al minuto 44 e 52 secondi, e Bryant non è ancora mai uscito nemmeno per un secondo: è il momento del fattaccio. La gamba sinistra cede durante una penetrazione contro Harrison Barnes. Kobe frana a terra, si rialza a fatica toccandosi dolorante il tallone sinistro, si siede in panchina per ricevere le prime cure. Poi stoicamente cammina a fatica verso la linea dei tiri liberi, li infila tutti e due dando l’ultimo contributo alla stagione dei Lakers (che per la cronaca vinceranno ) e torna negli spogliatoi. Nella mattina californiana (tardo pomeriggio italiano) di oggi gli esami ci diranno di più, ma lo spazio per le speranze è davvero ridotto. Le prime parole di Bryant, in lacrime e con le stampelle a fine partita, sono state: “Terribile, davvero terribile. Sapevo che era il tendine, ma speravo che il dottore dicesse altro. Sono infuriato”. Però non vuole sentir parlare di ritiro: tornare un grande campione sarà la sua prossima sfida: “Mi sento come se mi avessero preso a calci. E’ un movimento che ho fatto milioni di volte, ma ho sentito un pop nel tendine. Ho provato a caricare il peso sul tallone appena rialzato, ma non riuscivo quasi a camminare.E’ la più grande delusione della mia carriera: avevo lavorato così tanto. Continuerò a giocare, ma non ho mai avuto a che fare con niente del genere in passato. Altri hanno subito infortuni come questo: mi informerò su quello che hanno fatto loro e cercherò di fare meglio per rientrare il prima possibile. Sarà un processo lungo, ma tornerò a giocare. E’ la sfida più difficile della mia carriera, ma mi sto già caricando”.