Claudio Sabatini lascia la carica di amministratore delegato della Virtus Bologna dopo 10 anni. Lasciano anche il presidente Marchesini e il consigliere Lipparini. Sono addii importante che pongono grandi interrogativi sul futuro delle V nere, ma è stato lo stesso Sabatini a rassicurare i tifosi bolognesi, affermando che la Virtus anche l’anno prossimo disputerà il campionato di Lega A e che a breve entreranno altri tre soci. Sabatini aveva salvato la Virtus dal fallimento nel 2003 e poi aveva raccolto i soldi per la Fondazione che aveva permesso al club bolognese di mantenere la tradizione cestistica nel capoluogo bolognese, con buoni risultati sul campo. Ora invece questo momento difficile della Virtus, in contemporanea con quello della Fortitudo, mette in discussione le potenzialità del basket a Bologna, di due club che hanno fatto la storia del basket in Italia e in Europa e di una piazza storica per il nostro Paese. Uno dei tanti segnali della crisi che purtroppo ha colpito l’Italia e di conseguenza anche il mondo dello sport. Per parlare di questo particolare momento che sta vivendo la Virtus Bologna abbiamo sentito Guido Bagatta, giornalista di Sportitalia. Eccolo in questa intervista esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net.



Virtus in difficoltà, abbandona Sabatini: Quale futuro per questo club? Mi sembra che Sabatini abbia lanciato un SOS ai possibili futuri imprenditori, perchè prendano in mano la società in modo che non faccia la fine della Fortitudo. Speriamo che il futuro sia comunque roseo pur nella difficoltà.

Da cosa dipende questa crisi? E’ la crisi del basket italiano, una crisi economica che coinvolge anche un club importante come la Virtus Bologna, la crisi di uno sport dove i ricavi non sono sufficienti a fare chiudere i bilanci delle società in attivo. Non c’è, come nel calcio, un presidente che a fine stagione stacca un assegno e riesce a sistemare le cose fino in fondo.



Un tempo in cima all’Europa, ora questi problemi economici: la storia della Virtus è cambiata? Purtroppo sì, come è cambiata la storia del basket italiano che non riesce più a vincere un’edizione di Eurolega da tantissimi anni e che ha portato solo Siena alle Final Four.

E’ più una crisi della Virtus o della città di Bologna? 

E’ proprio una crisi del basket italiano. Ci sono casi come quelli di Varese e Sassari, che hanno ottenuto buoni risultati in questa stagione, ma che devono questi successi a una politica societaria oculata, dove si è costruita una squadra di buon livello. C’è stata anche fortuna da parte di questi due club, che comunque non chiudono pienamente i loro bilanci non in attivo.



Cosa dire invece di Milano? E’ un’altro caso, un club che può permettersi spese importanti, perchè ha alle spalle un gruppo imprenditoriale di grande rilievo.

Del resto anche la Fortitudo è scivolata in Legadue… La Fortitudo è l’altro volto di Bologna. Serragnoli ha speso tantissimi soldi, poi non c’è l’ha fatta più a sostenere queste spese. Romagnoli deve risolvere la questione del marchio e quella di tutti i trofei conquistati da questo club.

Quali soluzioni per i due club bolognesi? Quella di investire senza puntare a obiettivi così importanti come in passato, almeno per il momento; e cercare di investire sui vivai che potrebbero portare a rinforzare la rosa delle loro due squadre per il futuro.

I tifosi sembrano però non aver abbandonato la Virtus… Bologna è un po’ un caso a parte in Italia: qui il basket ha quasi più tifosi del calcio. C’è passione, i tifosi sono veramente affezionati a Virtus e Fortitudo. Questa è una cosa molto positiva che indica quanto sia importante il legame dei due club alla città.

 

(Franco Vittadini)