Era nell’aria da mercoledi sera. Quando l’Emporio Armani Milano ha ceduto al Forum gara-7 dei quarti playoff spianando la strada alla Montepaschi Siena, il destino di Sergio Scariolo era conosciuto. Diciamo pure che la scadenza del contratto ha dato l’abbrivio per una separazione che probabilmente sarebbe comunque arrivata: Scariolo non è più l’allenatore dell’Olimpia. Una nota – scarna – sul sito ufficiale della società dice di auguri reciproci scambiati tra le parti, e nulla più: finisce così un rapporto travagliato, iniziato con grandi speranze nell’estate del 2011 e chiusosi nel peggiore dei modi, passato attraverso contestazioni dei tifosi e richieste di dimissioni che non sono mai arrivate. Perchè Scariolo ci ha provato fino in fondo: la sua storia parla di vittorie, non solo con i fenomeni della Spagna che ha guidato all’argento di Londra 2012 e al doppio oro europeo, ma anche con l’Unicaja Malaga con cui ha vinto il campionato spagnolo e la Coppa del Re, il Real Madrid (titolo nazionale) e il Tau Vitoria (coppa). Campione d’Italia con Pesaro nel 1990, Scariolo a Milano non ce l’ha fatta: non sono bastati i grandi investimenti di Giorgio Armani e l’incommensurata dose di talento sbarcata in Lombardia in queste due stagioni. Sulla sua strada l’anno scorso ha trovato la corazzata Siena, decisamente più organizzata e capace di mettere sotto il talento delle Scarpette Rosse. Stessa cosa quest’anno: qui però la questione è più grave, perchè la Montepaschi era in rifondazione e dal mercato l’Olimpia aveva preso fior di giocatori. La squadra però ha accusato gravi problemi di amalgama e una fase difensiva pressochè inesistente; in gara-7 si è squagliata, eppure partiva dal 2-0 nelle prime gare della serie. Finisce così il rapporto tra Scariolo e Milano: anche Livio Proli è pronto a lasciare, e adesso i tifosi si interrogano su quale sarà il futuro. Qualcuno sogna che la coppia Arrigoni-Trinchieri, probabilmente in uscita da Cantù, si trasferisca di qualche chilometro e si vesta di rosso. La verità è che Milano ridimensionerà il proprio budget – pur se Armani resta – perciò non è per nulla scontato che rivedremo un’Olimpia competitiva per lo scudetto. Sulla carta almeno: in questi due anni, sul campo non lo è mai stata.



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