Terminata la stagione delle squadre di club, il basket italiano si rivolge a settembre quando si disputeranno gli Europei in Slovenia (dal giorno 4 al giorno 22). Nelle qualificazioni dell’anno scorso la Nazionale di Simone Pianigiani ha messo in fila Turchia, Repubblica Ceca, Bielorussia e Portogallo, vincendo tutte e 8 le partite. Gli azzurri sono stati inclusi nel gruppo D e se la vedranno con Finlandia, Russia, Svezia, Turchia e la Grecia di Andrea Trinchieri. Agli europei non parteciperà Danilo Gallinari, che in aprile si è rotto il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro; non ci sarà nemmeno Marco Belinelli, impegnato a trovare una nuova squadra in NBA con cui dovrà poi effettuare la preseason. Come si avvicina la Nazionale italiana agli europei di basket? Ne abbiamo parlato con Dan Peterson, storico allenatore e voce della nostra pallacanestro, attualmente telecronista per SportItalia.
Senza Gallinari e Belinelli, il leader del gruppo diventa Datome, ammesso che se ne debba eleggere uno? Anche l’anno scorso mancavano due dei migliori giocatori, ovvero Belinelli e Bargnani. Quest’ultimo ha preso il posto di Gallinari, e in poche parole si può dire che ne farà le veci. Ma se l’Italia cerca un leader in campo ha diverse possibilità.
A chi pensa in particolare? Penso a Hackett ma anche Cinciarini, allo stesso Datome, sono giocatori che nelle loro squadre sono effettivamente i leader, i trascinatori. Senza dimenticare Mancinelli. La Nazionale somma gli elementi più carismatici dei club: penso che sia inutile voler designare un leader assoluto, meglio puntare sulla forza del collettivo inteso come un insieme di leader.
Come vede Pietro Aradori all’interno di questo collettivo? A Cantù si consolidato a livello realizzativo, in Nazionale? Lo vedo molto bene perché è un ottimo giocatore, cresciuto. La cosa che notai l’anno scorso, durante le qualificazioni, fu il miglioramento di tutti che poi si è riflesso nel campionato appena concluso. E’ stato così per Datome e anche per Aradori, che ha portato i suoi progressi dalla Nazionale a Cantù, ma penso anche a Hackett a Siena e Daniele Magro con Venezia, anche se quest’ultimo non farà gli Europei. Questo, ancor più del bilancio di 8-0, è stato per me il vero capolavoro di Pianigiani e del suo staff, da Luca Dalmonte a Mario Fioretti.
In che senso? Hanno fatto un lavoro eccezionale di etica, per due mesi hanno insegnato al gruppo come si lavora. Il risultato è che tutti i giocatori sono migliorati e anche Aradori, che è un valore aggiunto dentro questo gruppo.
Accennava a Bargnani: chi gli si può affiancare tra i lunghi, nell’ipotetico quintetto base? Questo bisogna vederlo di partita in partita, Pianigiani lo capirà in allenamento. Una cosa positiva di Bargnani è che lui è versatile: non è un centro classico, o un’ala grande fissa, ma un’ala che può giocare da centro o viceversa. Se gli affianca Marco Cusin Bargnani può giocare più lontano dal canestro, con Mancinelli invece si sposterebbe più sotto. Questa è la carta che il Mago si giocherà, come ha fatto Gallinari che può giocare sia da ala che da guardia. Dopo un paio di partite amichevoli Pianigiani troverà gli equilibri. Tra l’altro mi ha fatto piacere una cosa.
Quale? Quella di vedere Pianigiani allenare a tempo pieno la Nazionale. Avevo paura che l’Italia lo perdesse, sono contento che non sia stato così.
Per Alessandro Gentile si può parlare di quintetto base, o possiamo immaginarlo come un’arma dalla panchina? Uno o l’altro. Penso ad esempio a Hackett che l’anno scorso non partiva sempre nel quintetto titolare, ma era importante nel corso delle partite. Adesso sia lui che Gentile sono migliori rispetto a un anno fa, sono due “killer”, attaccanti ed oltretutto figli d’arte tutti e due. Saranno un problema dolcissimo per Pianigiani, ogni allenatore vorrebbe dover scegliere come gestire un giocatore come Gentile. Credo possa aiutare molto anche entrando dalla panchina, così come Mancinelli e gli stessi Datome e Aradori. Il bello dell’Italia è che tutti possono partite titolari o dalla panchina: non c’è un primo o secondo quintetto, ma una squadra di 10-12 elementi forti.
Da ultimo che ne pensa della scelta dell’Olimpia Milano, che assumerà Luca Banchi come nuovo allenatore? Questo non è ancora ufficiale: finchè io non vedo un annuncio scritto non faccio commenti, perché non mi sembra elegante nei confronti di Banchi e della società. Prima lasciamo che sia l’Olimpia a comunicare, noi parleremo dopo come è giusto che sia. Penso che dovremo aspettare il primo luglio, perché il contratto di Banchi con Siena scadrà il giorno prima.
(Carlo Necchi)