Il campionato italiano di basket è giunto al giro di boa. Al termine del girone di andata, e prima delle Final Eight di Coppa Italia, Brindisi e Cantù comandano con 20 punti a testa mentre alle loro spalle Milano sta risalendo la corrente. L’Olimpia ha bissato l’ultima impresa in Eurolelga (81-51 all’Olympiakos) battendo Siena, in una partita dall’alto contenuto emotivo oltre che tecnico. In estate Milano ha pescato a piene mani dalla Montepaschi ingaggiandone il tecnico, Luca Banchi, e due dei migliori giocatori ovvero le ali Kangur e Moss. Prima di Natale l’ultimo “scippo”, quello che ha fatto più rumore: Daniel Hackett, ex leader della Mens Sana ed MVP delle ultime finali scudetto. Dopo cinque partite in maglia Olimpia il playmaker azzurro sembra già ben inserito nella nuova squadra, più criptici invece appaiono gli orizzonti di Siena che ha perso un titolare importante. Per parlare di questi ed altri temi del campionato ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Ferndinando Gentile, coach ed ex playmaker anche dell’Olimpia, con cui ha vinto l’ultimo scudetto nel 1995-1996. I suoi due figli, Stefano (classe 1989) ed Alessandro (1992) sono attualmente protagonisti in Lega A, con le maglie di Cantù e Milano.
Con Hackett l’Olimpia ha trovato il tassello mancante per una chimica di squadra finalmente stabile? Per adesso il campo ha detto questo, resta il fatto che Milano è quasi condannata a vincere e con Hackett è ancora più favorita per farlo. Però gli ultimi campionati insegnano che non bastano i pronostici, oltretutto Milano è impegnata in tre competizioni e dovrà mettere in conto uno spreco di energie supplementare.
A proposito di altri fronti: in Eurolega la vittoria contro l’Olympiakos può montare le aspettative. Quali sono le prospettive dell’Olimpia in Europa? Sono buone in partenza perché il roster è all’altezza della competizione, essendo formato da 10-12 giocatori di alto livello. L’Eurolega però è un campionato a parte, dove ad esempio il fattore campo può essere decisivo e ci vuole grande tenuta mentale per farsi valere in trasferta. Certo il successo contro l’Olympiakos ha dato grande fiducia al gruppo e all’ambiente, ma resta una partita singola. I quarti restano possibili ma ci sono più fattori che concorrono.
Accennava al roster di Milano: un contesto così competitivo può favorire la crescita dei più giovani, come suo figlio Alessandro o Nicolò Melli? Sì almeno parlando per mio figlio: fin da piccolo ad Ale è sempre piaciuta la competizione ed è stato abituato a combattere per guadagnarsi i suoi minuti in campo. Il vantaggio per giocatori come lui o Melli è che possono confrontarsi con colleghi del miglior livello, cosa che li allena a migliorarsi seguendo chi hanno davanti.
Passando a suo figlio Stefano: si può dire che a Cantù abbia trovato la squadra ideale per esprimere il suo potenziale al meglio? La cosa positiva per Stefano è che come Alessandro sta in una squadra di vertice. Stefano parte dietro nelle gerarchie perché anche in questo caso ci sono davanti grandi giocatori come Ragland o Aradori. Se lui vuole migliorarsi a Cantù ha la possibilità di farlo e già questo non è poco.
Ha mai pensato o ritiene possibile una finale scudetto tra Milano e Cantù, con i suoi figli a darsi battaglia in campo?
Sì, perché no? Potenzialmente sono due squadre che possono arrivare in fondo, anche se la stagione regolare è ancora lunga e possono entrare in gioco ancora tante varianti. Di sicuro Cantù è una squadra compatta ed allenata bene, oltre che ormai abituata a competere ad alto livello. Il fatto che abbia battuto proprio Milano di 15 punti lo dimostra: da qui ad arrivare in finale ne passa ancora un pò, però non è una suggestione impossibile.
Com’è uscita Siena dalla cessione di Hackett? I primi risultati senza di lui sono già indicativi? Al Forum non ha disputato una brutta partita anche se è mancata in attacco, perché 56 punti segnati sono pochi. Merito anche della difesa dell’Olimpia, in ogni caso sembra già chiaro che senza Hackett la Montepaschi ha perso un faro. No significa però che la si possa escludere dai giochi: conosco bene Crespi ed è la migliore garanzia per la squadra.
Tornando all’Olimpia: in molti ritengono che dopo l’arrivo di Hackett non abbia più scuse per non vincere lo scudetto. E’ d’accordo? Guardando il roster sì, ma il campionato è strano. Le ultime stagioni hanno ribaltato le aspettative, Siena l’ha spuntata quando Milano sembrava destinata alla vittoria. Il bello della pallacanestro è anche questo, resta sempre spazio per l’imprevisto. La cosa importante per l’Olimpia è che con Hackett ha trovato un altro leader e in un ruolo chiave: per questo è destinata a crescere.
(Carlo Necchi)