Stagione finita. Ufficialmente. Kobe Bryant non rientrerò sul parquet nel 2013-2014: lo ha  annunciato il preparatore atletico dei Los Angeles Lakers Gary Vitti, specificando come non ci sia più tempo per recuperare pienamente dalla frattura al piatto tibiale sinistro che lo tiene ai box da metà dicembre (si fece male contro i Memphis Grizzlies). Una tegola che si era aggiunta alla rottura del tendine d’Achille patito nell’aprile 2013 contro Golden State, e che gli era costato la partecipazione ai playoff e il primo mese della nuova stagione. Che è questa, e che i gialloviola stanno portando a termine tra immani difficoltà, con l’ultimo record della Western Conference (22 vittorie e 42 sconfitte) e l’esclusione dai playoff per la prima volta dal 2004-2005. Sembra strano per una squadra che ha vinto cinque titoli negli ultimi 14 anni – giocando altre due finali – eppure è così: è il mondo delle leghe americane, dove ci sono regole e strutturazioni che permettono una rapida risalita e un momento di gloria per (quasi) chiunque, ma per contro possono gettarti nel baratro molto in fretta. Così è per i Lakers, e per Bryant; che in questo anno maledetto ha giocato appena 6 partite, in palese difficoltà fisica e collezionando 13,8 punti a partita, bruscolini per uno come lui. “E’ stata per me una stagione frustrante e deludente” ha ammesso; chi lo conosce sa bene quanto deve essergli costato anche solo accettare di non tornare per queste inutili partite, lui che ci metterebbe il 200% dell’agonismo in quattro tiri con gli amici al playground sotto casa. Sia il 24 che Gary Vitti hanno già dato appuntamento al training camp: Kobe ci sarà, a 36 anni e con una voglia intatta di pareggiare Michael Jordan per numero di titoli vinti. La Los Angeles purple&gold resta una grossa incognita: il Black Mamba, Steve Nash, Robert Sacre, Nick Young (ha un’opzione) sono i soli giocatori sotto contratto. Come verrà completato il roster non si sa, anche perchè Nash quest’anno ha messo insieme 10 partite tra immani dolori alla schiena e potrebbe salutare in anticipo. Si punta alla riconferma di Kendall Marshall – per ora – si punta a una buona scelta al draft, si punta a un free agent che, se non arriverà il prossimo giugno, potrà farlo nel 2015. L’unica certezza è Kobe Bryant, che qualche giorno fa ha detto rivolto ai compagni “voglio che usiate tutto l’odio che c’è verso di noi e lo trasformiate in motivazione, perchè la vendetta sarà dolce. E rapida”. Chiunque lo abbia mai incrociato sul parquet lo sa bene: vale la pena prendere sul serio la minaccia. 



(Claudio Franceschini)

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