Phil Jackson è tornato. Al lavoro e a New York, dove aveva giocato e vinto da cestista (scelto al numero 17 nel 1967, campione NBA nel 1970 e nel 1973, data dell’ultimo anello della franchigia): da oggi, 18 marzo 2014, sarà il presidente dei Knicks. Con le stesse mansioni che ricopre il coetaneo Pat Riley a Miami: supervisione e direzione dell’area tecnica, per dirla all’europea, scelte di mercato quindi acquisti cessioni e contratti dei giocatori. Compiti che sinora erano appannaggio esclusivo di Jim Dolan, il padre padrone della società che ora dovrà lasciargli carta bianca. Jackson sarà operativo sin da subito, anche se i Knicks non avranno scelte al primo giro del prossimo Draft, nè molto spazio salariale per agire liberamente sul mercato. “Questo è il posto migliore per giocare a basket“, ha dichiarato Jackson che ha speso parole anche a favore di Carmelo Anthony, top scorer della squadra attorniato da voci di mercato (sarebbe free agent in estate): “Non c’è alcun dubbio che possa essere la pietra angolare della franchigia“. Al momento il futuro di ‘Melo è in dubbio perché più di una squadra sarebbe disposta ad investire su di lui: il nuovo presidente avrà anche il compiuto di convincerlo a restare, sempre che siano queste le reali intenzioni di entrambi. Attualmente i Knicks allenati da Mike Woodson sono al nono posto nella Eastern Conference, con un bilancio di 27 vittorie e 40 sconfitte: l’ottava posizione di Atlanta è staccata ma non irraggiungibile (30-35), le possibilità di playoff sono ancora vive ma sembra chiaro che i risultati di Phil Jackson alla guida della squadra saranno misurati a partire dalla prossima Regular Season, se non dalla stagione 2015-2016. 



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